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Valdastico

Il sindaco contro il medico. Parte una raccolta firme

Sartori punta a inviarne 500 all’Ulss, ma la sua protesta non ha effetti legali su un incarico dato in base alla graduatoria
La notizia della guerra, dichiarata dal sindaco Claudio Sartori, contro il ritorno del medico Jamal Basal, è finita alla ribalta delle cronache nazionali.
La notizia della guerra, dichiarata dal sindaco Claudio Sartori, contro il ritorno del medico Jamal Basal, è finita alla ribalta delle cronache nazionali.
La notizia della guerra, dichiarata dal sindaco Claudio Sartori, contro il ritorno del medico Jamal Basal, è finita alla ribalta delle cronache nazionali.
La notizia della guerra, dichiarata dal sindaco Claudio Sartori, contro il ritorno del medico Jamal Basal, è finita alla ribalta delle cronache nazionali.

La notizia della guerra, dichiarata dal sindaco Claudio Sartori, contro il ritorno del medico Jamal Basal, è finita alla ribalta delle cronache nazionali. E il primo cittadino non ha nessuna intenzione di fermarsi, anzi, ha annunciato di voler raccogliere 500 firme. Un’azione dal valore puramente simbolico perché, anche se fossero molte di più, non avrebbero alcun effetto legale. L’Ulss 7 ha affidato al dottor Basal un incarico che gli spetta di diritto in base ad una graduatoria pubblica.

La protesta del sindaco e la raccolta firme a Valdastico

Che non avesse intenzione di limitarsi alla protesta il sindaco l’ha dimostrato martedì, quando ha chiesto ad un operaio del Comune di sostituire la serratura dell’ambulatorio. Ieri poi è iniziata la raccolta di firme che il sindaco intende inviare all’Ulss in calce alla richiesta di recedere dalla rinomina del medico. «Puntiamo a raccoglierne 500 - annuncia - sono una quota altissima, se pensiamo che Valdastico ha poco più di mille anime, tutte persone maggiorenni, senza quindi contare i minorenni e gli anziani inabili. Quindi, 500 firme sono un successo straordinario, se calcoliamo che Basal ne ha raccolte 25».

 

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Martedì il plico sarà recapitato ai vertici dell’azienda sanitaria, anche ieri criticata per le scelte fatte. «Nel 2022 - ricorda Sartori - in seguito alle segnalazioni pervenute di comportamenti scorretti, l’azienda non gli aveva rinnovato il contratto (secondo l’Ulss non ci sarebbe alcun nesso con il mancato rinnovo). Ora, invece, ce lo rimandano. Questa è una mancanza di rispetto, è un’offesa nei confronti di una cittadinanza che allora si era ribellata con tutte le sue forze per riuscire a mandar via quella persona che ci creava solo problemi». 

Il sindaco di Valdastico: «Che ci mandino un medico serio»

Un paese non può, però, rimanere senza un dottore. Ecco perché la comunità chiederà all’Ulss di tappare il buco creatosi, nell’assistenza medica, dopo il trasferimento, a fine 2023, della dottoressa Francesca Cesarotto, non più sostituita. Fino a Basal. «Che ci mandino un medico serio - afferma il sindaco – a cui affideremo con fiducia l’ambulatorio. Solo così i pazienti, che se ne sono andati, torneranno». 
 

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Il medico non intende rinunciare all'incarico

Ma il dottor Jamal Basal non ha nessuna intenzione di rinunciare all’incarico. Nonostante il rifiuto del sindaco, il medico israeliano è infatti deciso ad andare avanti. «Ho accettato la nomina, sono stato assegnato - commenta senza esitazione -. Il primo marzo sarò al mio posto nella condotta di Valdastico, dove 200 abitanti avevano firmato perché io rimanessi al mio posto».

Il curriculum del dottor Basal

Basal contrappone i suoi attestati, a chi ha ironizzato su certi suoi atteggiamenti e modi di fare, ritenuti non proprio consoni: 5 master, corsi di perfezionamento e di alta professionalità, corsi per malattia ematologica e trombotica, i 20 anni di professione medica a Padova, un anno di esperienza nel maggiore ospedale d’Israele, la capacità di leggere e interpretare gli esami diagnostici. Un curriculum più da ricercatore che da medico di base. «Se volessi - dice - potrei insegnare all’università». E se il primo marzo trovasse la porta dell’ambulatorio chiusa, se non murata? «Il complesso ambulatoriale non è del sindaco, ma del paese - risponde -. Io ho speso 5 mila euro per rifare il bagno, mettere i battiscopa e imbiancare. Questa guerra contro di me non credo sia condivisa dalla popolazione».

Giovanni M. Filosofo

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