A undici anni dall'omicidio di Tommaso Lotto, la famiglia del vicentino assassinato a San Paolo del Brasile il 21 luglio del 2012 non smette di sperare che vengano finalmente assicurati alla giustizia i responsabili di quel crimine efferato. Il giovane di 27 anni, che lavorava nella città brasiliana come consulente di uno studio legale spagnolo, era stato assassinato durante un tentativo di rapina. I delinquenti volevano rubargli il Rolex. Lotto era stato ucciso con un colpo di pistola mentre si trovava alla guida della vettura sulla quale viaggiava anche un suo amico spagnolo.
Le indagini
Sul delitto erano state aperte due inchieste, una delle quali aveva permesso di individuare il presunto capo della banda di malviventi, che era stato identificato soprattutto grazie agli elementi raccolti nel corso dell'attività investigativa portata avanti dalla procura di Vicenza. Il principale sospettato non era però stato arrestato per la rapina finita in tragedia, ma perché ritenuto colpevole di altri colpi simili avvenuti in quel periodo per le strade di San Paolo. La morte del presunto killer durante il periodo di carcerazione in Brasile aveva successivamente inferto un duro colpo alle indagini sul delitto.
Nuova pista investigativa
Pochi giorni dopo il tragico anniversario, la famiglia Lotto ha annunciato importanti novità: «La procura di Vicenza sta lavorando su una nuova linea investigativa che è emersa da informative che sono pervenute da San Paolo del Brasile nelle quali la polizia brasiliana ha individuato e interrogato altri soggetti rispetto a quelli che inizialmente erano stati ipotizzati quali autori del crimine - ha affermato ai microfoni di Tva Vicenza il padre di Tommaso, Massimo Lotto -. La procura, attraverso il dottor Blattner (il sostituto procuratore titolare del fascicolo, ndr) ha fatto un'istanza e una relazione esplicativa delle nuove linee investigative. Sono undici anni che aspettiamo di sapere cosa è successo esattamente. Ci auguriamo che entro quest'anno si arrivi a una conclusione. Siamo fiduciosi. Confidiamo nella determinazione del dottor Blattner».
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