<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Asiaghese morta a Catania

Uccise la zia per l'eredità: resta ai domiciliari. «Può inquinare le prove»

La decisione del Riesame su Paola Pepe, la donna accusata dell'omicidio di Maria Basso. Il difensore: «Palese ostilità verso di lei»
Paola Pepe e Maria Basso
Paola Pepe e Maria Basso
Paola Pepe e Maria Basso
Paola Pepe e Maria Basso

Paola Pepe rimane agli arresti domiciliari, con il braccialetto elettronico. Lo ha stabilito il Tribunale del riesame di Catania, che ha rigettato la richiesta di annullamento della misura cautelare emessa dal gip nei confronti della 58enne, accusata di aver provocato la morte della zia, Maria Basso, 80 anni, di Asiago.

L'accusa: «Ha fatto morire la zia per l'eredità»

Una decisione presa per la gravità delle accuse e il rischio che la Pepe possa indurre alcuni dei testimoni a cambiare quanto dichiarato, «in virtù della sua capacità persuasiva, alla base del suo "un disegno criminale"». Il Riesame ha ribadito, in sostanza, quanto sostenuto dal gip Sebastiano Fabio Di Giacomo Barbagallo.

Un disegno, stando alle accuse, formulato nelle settimane successive alla festa degli 80 anni di Basso per impossessarsi della sua cospicua eredità, calcolata in oltre 500 mila euro, 300 mila dei quali in banca. Determinante poi per la conferma della misura cautelare sarebbe stata le conclusioni del medico legale sulle cause della morte della Basso.Pepe è agli arresti domiciliari dal 22 febbraio per circonvenzione di incapace e omicidio aggravato: prima avrebbe trasferito in tutta fretta la zia dalla casa di riposo "Villa Rosa" di Asiago fino in Sicilia. E qui, secondo i pm Sebastiano Ardita e Michela Maresca, avrebbe provocato il decesso di Basso con un piatto di spaghetti e un dolce, nonostante l'anziana potesse alimentarsi solo con cibo triturato.

Leggi anche
Anziana di Asiago morta a Catania. «Spaghetti interi nelle vie respiratorie»

La difesa: «Palese ostilità»

A nulla sono valse le controdeduzioni del legale della Pepe, l'avv. Carmelo Peluso di Catania, che ha ribadito come «la signora Pepe non abbia alcuna responsabilità nel decesso della zia. La mia assistita è provata e molto fragile, non è persona che va a caccia di eredità e spero di poterlo dimostrare. Purtroppo c'è una palese ostilità dei cugini nei suoi confronti che sta influenzando i giudizi, mentre abbiamo vari testimoni, compreso il medico curante, che attestano come la signora Basso fosse molto felice di andare in Sicilia. Inoltre dopo il pranzo incriminato la Pepe ha mandato una foto della zia alla cugina, sottolineando come stesse bene: pare che una con intenzioni omicide mandi le prove ad altri?».

Gerardo Rigoni

Suggerimenti