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Vicenza

La clausola antifascista infiamma il 25 aprile. «Così è festa». «No, inutile»

Maggioranza, Anpi e Cgil festeggiano per l’introduzione della norma mentre il centrodestra la reputa «inutile». Conte (FdI) diserta
Le celebrazioni del 25 aprile 2024 COLORFOTO
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Le celebrazioni del 25 aprile 2024 COLORFOTO

Il 25 aprile rimane una festa che divide e che si porta appresso polemiche e distinguo. Stavolta la vigilia della celebrazione, che in mattinata avrà il suo momento istituzionale in piazza dei Signori con l’orazione dell’ex sindaco Giorgio Sala, viene segnata dall’approvazione in consiglio comunale della clausola antifascista. Con la maggioranza che ha voluto dare un segnale a ridosso della festa della Liberazione e con il centrodestra che attacca la scelta.

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Nessun voto contrario alla proposta

Anche se voti contro non ce ne sono stati, nemmeno da Fratelli d’Italia che è uscita dall’aula. E pure questo è un piccolo segnale rispetto al passato. Perché essere forza di governo, che a più riprese viene accusata di non aver tagliato i ponti con “quella” storia, esprimere la presidente del Consiglio, impone di tenere un profilo un po’ più prudente. 

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L’Anpi, con Gigi Poletto e Danilo Andriollo, la interpreta diversamente: «Non hanno partecipato alle votazioni ribadendo in modo chiaro, inequivocabile e diretto la propria estraneità al ripudio del fascismo, la connessione sentimentale tra postfascismo e originaria matrice fascista e il proprio radicamento nel buio di un passato che non passa». Mentre Gian Luca Deghenghi, portavoce del Mis finito più volte al centro di accuse di neofascismo, la vede così: «Abbiamo assistito a una discussione vuota su un provvedimento altrettanto vuoto: tanto antifascismo parolaio e di maniera negli interventi da claudicante lezioncina democratica della maggioranza e un sostanziale esercizio di equilibrismo in quelli della minoranza, sfociati in una piratesca astensione dal voto».

L'Anpi festeggia la reintroduzione della norma

L’Anpi invece festeggia per la reintroduzione della clausola che «non solo costituisce una risposta forte ai rigurgiti neofascisti, ma ribadisce anche il carattere fondativo dell’antifascismo rispetto alla democrazia repubblicana contro ogni tentativo di riscrivere la storia, riabilitare il fascismo, delegittimare la Resistenza». Resistenza che qualcuno sta facendo per davvero ai giorni nostri, come in Ucraina, ma che non trova il plauso degli stessi che glorificano quella partigiana. 

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Rimanendo alla clausola, se il centrodestra la reputa inutile e ideologica, la Cgil plaude: «Esprimiamo grande soddisfazione – dice il segretario Giampaolo Zanni – perché porta a compimento una lotta di quasi 5 anni per affermare il valore politico, culturale, etico e sociale dell’antifascismo». Di certo loro in piazza oggi ci saranno. E ci sarà Coalizione civica che, per bocca dei suoi consiglieri Martina Corbetti e Mattia Pilan, carica di significato la ricorrenza: «Oggi è più che mai necessario ribadire quei valori nel segno di un antifascismo tuttora attuale visti i numerosi tentativi di riscrivere la storia e disconoscere il ruolo della Resistenza nella rinascita democratica del Paese».

L'intervento di Achille Variati e le assenze

L’ex sindaco Achille Variati sarà invece a Strasburgo per l’ultima sessione dell’Europarlamento, ma «con il pensiero sarò a Vicenza. Oggi più che mai è importante celebrare l’essenza di questa festa: il rifiuto della tirannide, l’amore per la libertà e la democrazia». Non ci sarà Giorgio Conte, consigliere meloniano, le cui parole in sala Bernarda fanno capire che il 25 aprile non è ancora una festa condivisa: «Io non avrei nessun problema a partecipare il 25 aprile alle manifestazioni per la pacificazione nazionale, ma non chiedetemi di entrare in una piazza colma di bandiere rosse perché francamente mi viene l’orticaria, non fa parte della mia cultura e del mio percorso politico».

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E non ci sarà il deputato di FdI Silvio Giovine, presente lo scorso anno con l’assessore regionale Elena Donazzan: «Non sarò in piazza a Vicenza perché impegnato a Roma e ne approfitterò per partecipare con il presidente Meloni alla cerimonia all’Altare della Patria. Trovo stucchevole che ogni anno ci sia chi tenti di trascinarci in polemiche strumentali. Noi continuiamo a lavorare affinché si raggiunga una piena ed effettiva pacificazione nazionale che consegni alla storia quel periodo archiviando la fase del livore e dell’odio. E non accettiamo patenti di democraticità dalla sinistra che ha voluto fare di questa data una festa di parte».

Roberta Labruna

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