«La nostra stalla ha preso fuoco. Oggi chiediamo il vostro aiuto». Per un attimo la tentazione di chiudere con le mucche e dedicarsi solo all'agricoltura è stata grande, ma il contadino Pinton, beniamino dei tanti bambini che hanno frequentato la sua fattoria, è uno che non molla. Tanto più alla luce della grande solidarietà ricevuta immediatamente dopo l'incendio, divampato venerdì, che oltre ai danni ai mezzi e alla struttura, ha costretto ad abbattere 44 mucche che inizialmente si sperava di salvare.
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Così, di fronte all'urgenza di una liquidità difficile da ottenere, per poter ripartire subito, e forte di una vicinanza che anche nelle ore più buie ha riscaldato il cuore, la famiglia Pinton ha deciso di chiedere aiuto, in attesa che l'assicurazione possa completare le perizie e arrivi il ristoro, almeno parziale, di un danno stimato in alcune centinaia di migliaia di euro. Così ieri Juvenilia ha lanciato l'appello: «Ogni donazione, grande o piccola, farà una differenza significativa e ci avvicinerà alla ricostruzione di questa azienda agricola che rappresenta il lavoro di una vita».
Aperto un contro corrente ad hoc
È stato aperto un conto corrente ad hoc, con la richiesta di una "erogazione liberale", per far fronte alle necessità. «L'urgenza adesso - spiega Davide Pinton - è avere altre le mucche per poter continuare a produrre e a vendere il latte, che rappresenta la nostra principale fonte di entrata». E si fa presto a fare i conti: quelle che mancano sono una cinquantina, al costo di 3 mila euro l'una, perché si tratta di mucche certificate, difficili da reperire in Italia, per cui Pinton si è già rivolto al mercato austriaco. «Confido di avere le vacche entro un paio di settimane. Qualche macchinario è già disponibile e poi ci sarà da sistemare il tetto, ma entro un mese vorrei che tutto ritornasse come prima». All'apparenza forse sì, ma questa disavventura ha contribuito a far amare un po' di più il contadino Pinton, quel personaggio a metà fra realtà e leggenda, che ora è simbolo di rinascita. «Mentre cercavo di mettere al sicuro le macchine e portavo fuori dalla stalla il fieno infuocato - rivela Davide - ricevevo messaggi di solidarietà e di vicinanza. E lì ho capito che tutto questo sostegno valeva più di qualsiasi bene materiale».