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L'esclusivo progetto

Sito archeologico in Terra Santa
aperto da volontari vicentini

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Il sito archeologico di Magdala aperto da volontari vicentini
Il sito archeologico di Magdala aperto da volontari vicentini
Il sito di Magdala

VICENZA. Un nuovo sito in Terra Santa aperto grazie ai volontari vicentini. Sabato 21 settembre alle 15.30 il vescovo Beniamino Pizziol presiederà in cattedrale la celebrazione durante la quale affiderà, a nome della diocesi di Vicenza, il mandato ai primi 30 volontari pronti per recarsi a Magdala, in Terra Santa, a prendersi cura del nuovo sito archeologico.

 

Già nel dicembre 2013 la diocesi di Vicenza aveva sottoscritto un accordo con i frati della Custodia di Terra Santa impegnandosi a sostenere l’apertura e la gestione di un nuovo sito archeologico a Magdala, attraverso la preparazione e l’invio di volontari seguiti dalla Fondazione Homo Viator San Teobaldo della quale è presidente don Raimondo Sinibaldi (già Ufficio Pellegrinaggi della diocesi di Vicenza). Conclusa in questi mesi la preparazione, i primi volontari partiranno all’inizio del nuovo anno.

 

L’impegno è particolare ed unico: è la prima volta che la Custodia di Terra Santa accetta di collaborare con una Chiesa locale ed è la prima volta che una Chiesa locale si coinvolge in un simile progetto, che prevede la cura e l’apertura di un luogo santo.

 

IL SITO ARCHEOLOGICO. Il sito archeologico di Magdala si trova nella sponda occidentale del Lago di Tiberiade. Certamente era uno dei principali porti dell’epoca asmonea con un’economia prevalentemente connessa alle attività del Mare di Galilea.

 

Magdala è  anche un luogo di grande rilevanza biblica: città natale di Maria Maddalena (Maria di Magdala), già meta di pellegrinaggio per questo motivo fin dai tempi della diffusione della cristianità. È anche stato il luogo privilegiato dell’evangelizzazione da parte di Gesù: viene menzionata nel Vangelo a proposito della seconda moltiplicazione dei pani e dei pesci col nome di Magadàn (Mt 15,39) o Dalmanutà (Mc 8,10).

 

«Il sito si presenta molto interessante in quanto l’azione di scavo degli anni ’70 e quelle più recenti hanno portato alla luce antichi ormeggi del porto, l’attività di navigazione, oltre a circa 80 metri di basoalto romano, probabilmente una diramazione dell’antica via Maris che transitava attorno al lago di Galilea». «Inoltre il sito conserva una serie di installazione termali» spiega don Gianantonio Urbani, prete vicentino, archeologo e biblista presso lo Studium Bilico Francescano di Gerusalemme.

 

 

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