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La lettera di Salvini

«Nuovi poliziotti
e carabinieri
per il Vicentino»

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Matteo Salvini alla manifestazione di ieri a Roma
Matteo Salvini alla manifestazione di ieri a Roma
Matteo Salvini alla manifestazione di ieri a Roma
Matteo Salvini alla manifestazione di ieri a Roma

VICENZA. Nuovi agenti e carabinieri in arrivo per il Vicentino. È quanto promette il ministro dell'Interno Matteo Salvini in una lettera inviata al Giornale di Vicenza. Nella missiva, tra le altre cose, il vicepremier elogia le nuove norme anti degrado del governo e prospetta l'arrivo di 400 milioni per pmi e start up, assicurando che andrà avanti sulla legge Fornero.

Quindi, conferma: «Le grandi opere servono». 

 

LA LETTERA:

Caro direttore,

mi rivolgo a Lei e ai Vicentini per tracciare un rapido bilancio di circa sei mesi di governo. Lo faccio dopo che il mio Decreto è stato convertito in legge, nel bel mezzo del dibattito sulla manovra e mentre stiamo per avviare il percorso per dare più autonomia alla Regione Veneto, anche grazie all’impegno del ministro Erika Stefani e del governatore Luca Zaia. Lo dico subito. Sono soddisfatto e orgoglioso del lavoro fatto. Si può sempre fare di più e meglio, ma su alcuni temi abbiamo dimostrato che cambiare è possibile. Mi riferisco in particolar modo all’immigrazione, con un calo degli sbarchi di circa l’80% (meno partenze significa meno arrivi e meno morti in mare). Abbiamo anche colpito chi lucrava sui flussi incontrollati, con i risparmi reinvestiti in sicurezza.

In provincia di Vicenza ci sono 380 poliziotti, di cui 272 in questura. Entro la fine dell’anno ne arriveranno altri 5, che seguono i 10 già inviati nei mesi scorsi. In tutta la Regione Veneto arriveranno presto altri 206 carabinieri, alcuni dei quali potranno arrivare nel Vicentino. Vogliamo fare di più. Per questo abbiamo deciso un piano triennale per 8 mila nuove assunzioni tra le forze dell’ordine e tra i vigili del fuoco. Per migliorare i servizi servono gli schei. A Vicenza sono arrivati fondi per la videosorveglianza nei comuni di Romano D’Ezzellino per 70 mila euro e Grumolo delle Abbadesse (135 mila euro). 

Aumenteremo gli investimenti. C’è un pacchetto da 90 milioni di euro per aiutare altri municipi a migliorare la dotazione di occhi elettronici. Per restare concreto. Ho istituito, tra le altre cose, un nuovo fondo sulla sicurezza urbana: non è una misura eccezionale ma una scelta a tempo indeterminato del Viminale. Per il 2019 ragioniamo su uno stanziamento da 30 milioni. 

Il fondo sulla sicurezza urbana servirà per nuove assunzioni nelle polizie locali, per l’acquisto di apparecchiature e il potenziamento delle sale operative, per riqualificare le zone degradate (penso ai quartieri dimenticati o alle piazze di spaccio), per la messa in sicurezza di immobili abbandonati che rischiano di attirare balordi e sbandati. I Comuni virtuosi possono assumere agenti di polizia locale. E ancora, c’è l’estensione del Daspo urbano, ovvero la possibilità di allontanare dal territorio comunale delinquenti e sbandati che allarmano cittadini e famiglie. Non solo. Ora i sindaci possono chiudere e ridurre gli orari d’apertura dei negozi che non rispettano le regole o attirano una clientela problematica, come attaccabrighe violenti e spacciatori. Ci sono altre norme di sicuro interesse contro il degrado urbano: per accelerare gli sgomberi, per colpire l’accattonaggio molesto e i parcheggiatori abusivi, per dare maggiori poteri e strumenti alla polizia locale (per esempio il Taser). Ci sarà anche l’accesso alle banche dati della polizia, un’altra richiesta proveniente dal territorio, anche da amministratori di sinistra. 

Nel decreto c’è pure una attenzione alle istanze autonomiste: d’ora in poi nessun profugo potrà arrivare sul territorio senza che gli amministratori locali siano stati interpellati. Lotta dura alla mafia. Ho intensificato la lotta alla criminalità organizzata dando più forza all’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati, aumentando le sanzioni per i sindaci condannati per mafia, moltiplicando gli strumenti per strappare i beni ai boss. 

Alcuni commentatori diranno: Salvini scrive al Giornale di Vicenza perché è in difficoltà sulla manovra e vuole rassicurare gli imprenditori. Non è così. Voglio parlare a tutto il territorio per spiegare quanto fatto da ministro dell’Interno. E sul fronte economico stiamo lavorando con buoni risultati, senza chiudere porte. Segnalo i passi in avanti sulla Flat tax per le partite Iva e l’impegno a rivedere il codice degli appalti. In manovra raddoppieremo la detraibilità dell’Imu sui capannoni e diminuiremo i contributi Inail per le imprese. Un emendamento della Lega alla Camera ha previsto almeno 400 milioni in più per piccole e medie imprese e start-up. Vado avanti sulla legge Fornero, come promesso in campagna elettorale. Sono convinto che le grandi opere servano, e in Veneto l’abbiamo dimostrato con la Pedemontana.

All’inizio del 2019 approveremo la nuova legge sulla legittima difesa. Nelle prossime settimane, come detto all’inizio, il Consiglio dei ministri affronterà il tema delle Regioni che chiedono maggiore autonomia: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna chiedono più poteri e più responsabilità, ma questo modello potrebbe fare bene anche ad altri territori, compresi quelli del centro sud.

In sintesi, vogliamo passare dalle parole ai fatti. Senza perdere tempo. Il dialogo col territorio e con gli amministratori è sempre aperto. Il Veneto ha la fortuna di avere Zaia, bravi ministri come la “vostra” Erika Stefani, la capodelegazione al Parlamento europeo Mara Bizzotto.

Non dimentico Vicenza e il Veneto. A presto.

 

Matteo Salvini
Vicepremier e ministro dell'interno

 

 

EUROPA E TAV MANCANO ALL'APPELLO

L'EDITORIALE DI LUCA ANCETTI

 

Egregio signor ministro, innanzi tutto un sincero ringraziamento per avere scelto Il Giornale di Vicenza come mezzo per raggiungere con il suo messaggio (in evidenza qui a fianco e pubblicato integralmente a pag. 14) i vicentini. La circostanza ci fa piacere prima di tutto perché riconosce al nostro giornale un ruolo centrale nell’informazione locale. La lettera che lei firma come ministro dell’Interno, ma pure come leader della forza politica oggi maggioritaria in Veneto e, almeno stando ai sondaggi, anche in Italia, mostra attenzione per un territorio che alle elezioni di marzo ha in larga parte creduto nell’idea di sviluppo proposta dalla Lega, ma che, come avrà potuto recentemente leggere anche sul nostro giornale, manifesta ora stanchezza, irritazione, delusione verso la politica economica del governo, di cui lei è autorevole rappresentante, e forte preoccupazione per la possibilità di precipitare in recessione, come purtroppo indica la discesa del Pil nel terzo trimestre. 
Signor ministro nella lettera Lei rivendica le decisioni prese sul fronte della sicurezza, dell’immigrazione e su questioni in materia economica e non dimentica il tema dell’autonomia, senza per la verità indicare tempi certi per una rivendicazione che poco più di un anno fa è stata sottoscritta col voto dalla stragrande maggioranza dei veneti. Come Lei ben sa i protagonisti di questo territorio sollecitano il governo gialloverde a curarsi dallo strabismo quando guarda alle infrastrutture. Quindi sono rassicuranti le sue parole “scritte” circa la Pedemontana, ma sorprende che non riservi alcun riferimento alla Tav, progetto giudicato indispensabile da tutte le categorie economiche per scongiurare l’isolamento del nostro Paese rispetto ai mercati europei. 
A tal proposito ministro nella sua lettera non compare la parola Europa e Lei, Salvini, sa bene che dalle nostri parti si sente la necessità di evitare un rapporto troppo conflittuale con l’Unione Europea, ma prima di tutto c’è l’esigenza di essere garantiti dal rischio che l’Italia possa subire una procedura d’infrazione da parte della Commissione europea. Il pericolo esiste e non è solo una questione di numerini legati al deficit, ma piuttosto di modifiche strutturali da apportare alla legge di bilancio, anche a scapito, seppur temporaneamente, delle spese per pensioni e reddito di cittadinanza. Nel Vicentino è diffusa la speranza che il governo voglia puntare sugli investimenti nella convinzione che o si produce e si dà lavoro o si decade. Signor ministro, se deve essere la stagione delle correzioni, intervenga con la matita blu sia sul patto di governo, togliendo il freno alle grandi opere, che sulla finanziaria, fornendo carburante alle capacità produttive dell’Italia.  Infine torno a ringraziarla, signor ministro, per aver voluto mettere per iscritto il suo pensiero. 
In un momento in cui le parole volano e si sprecano, soprattutto tra selfie e tweet, consegnare ad una comunità un documento “che resta” non è roba da poco, ma non posso esimermi dal rimarcarle che restano sul tavolo questioni aperte: autonomia, alta capacità ferroviaria, investimenti, recessione, Europa. 
Il Veneto e il Vicentino si augurano che non diventino tante stazioni della nostra Via Crucis, anche perché non si avvicina Pasqua, ma Natale.

 

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