VICENZA. Maledetta primavera. Erano 50 anni che non capitava un mese di maggio con un vortice freddo come questo, protagonisti il gelo, i temporali, le grandinate e la neve che da noi è arrivata a imbiancare anche i colli che si affacciano sulla pedemontana.
Il freddo punge, in casa si riaccendono le caldaie, e gli sbalzi mettono a letto migliaia di vicentini. Le vittime si contano, come sempre, al San Bortolo, in pronto soccorso, mai nella sua storia così affollato. Dall’inizio del mese 3.532 accessi. Ed è un trend che, se dovesse proseguire con la stessa intensità – e le premesse ci sono tutte –, porterà a varcare a fine maggio la soglia delle 7 mila presenze, cioè un tetto fino a oggi mai raggiunto in un mese nell’ospedale di Vicenza. A farla da padrone le infezioni respiratorie. C’è stata un’esplosione di bronchiti e polmoniti. Oltre 350 le diagnosi gravi. Ma anche una sfilza di sindromi parainfluenzali, con febbre alta, tosse, raffreddore.