VICENZA. Il cronotachigrafo digitale del camion si è fermato a 90 chilometri orari: questa è la velocità alla quale si presume sia avvenuto il secondo dei due incidenti di martedì sulla Valdastico Sud, quello che ha causato la morte di Florio Pozza, Arianna e Luciano Rossetto. Sull’asfalto non sono rimasti segni di frenata, anche se lo scenario è stato in parte manomesso dall’incendio. Secondo alcuni testimoni il tir si è trovato di fronte la colonna di auto ferme e il conducente, 50 anni, anconetano, d’istinto si sarebbe buttato a sinistra. Quel che è certo è che l’urto è avvenuto nella corsia di sorpasso e che il camionista era sobrio.
Il mezzo pesante che viaggiava da Noventa a Vicenza ha tamponato nell’ordine la Golf della famiglia Rossetto, la Megane di Pozza e la Mercedes di Stevio Veronese, unico superstite. L’ipotesi più semplice è che le auto, tra le quali sicuramente una era a benzina, abbiano sbattuto contro il guardrail e che una fuoriuscita di carburante possa aver innescato il rogo. Ma si tratta di una tesi difficile da verificare, dato che l’incendio ha cancellato praticamente ogni traccia. Data la violenza dell’urto i tre automobilisti potrebbero essere morti sul colpo.