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Vicenza

La “corsa”
verso la città
durante il lockdown

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"Corsa" verso la città
"Corsa" verso la città
"Corsa" verso la città
"Corsa" verso la città

Fuga in città durante il lockdown. Non un titolo di qualche pellicola discutibile, ma il fenomeno andato in scena tra marzo e maggio ai confini del capoluogo berico. Un fenomeno che non si vede a occhio nudo, ma che va scovato nei report mensili dell’anagrafe comunale. Lì ci sono alcuni dati che parlano chiaro e che sono in controtendenza rispetto agli altri mesi: nel periodo in cui la regola (o meglio sarebbe dire l’obbligo) era di fatto “stare nella propria casa” si è registrato un boom di cambi di residenza con direzione Vicenza. Tra marzo e maggio oltre un migliaio di persone hanno scelto di vivere o comunque di trasferirsi ufficialmente nella città del Palladio e poco più di cinquecento vicentini, invece, hanno scelto di compiere il percorso inverso. Ma per quale motivo nei mesi del blocco totale si è registrato un boom di trasferimenti di residenza nel capoluogo berico? Tra le risposte  dev’essere considerato il fattore prima/seconda abitazione. Avere una residenza "fittizia" poteva costare caro in tempi di lockdown, quando i controlli erano serrati, sgarrare era rischioso e le autocertificazioni con indicata la residenza erano il pane quotidiano.

Nicola Negrin

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