VICENZA. «Le schermaglie di ieri sono l’atto finale di un Governo che si autoproclamava "del cambiamento" e che invece ha continuamente rinviato qualsiasi decisione potesse avere un impatto sul paese: penso alla riduzione del cuneo fiscale ormai dimenticata, all’autonomia differenziata ancora impantanata e alla Tav che è stata sbloccata dopo un anno di perdite di tempo e un braccio di ferro che si è rivelato essere il casus belli per la crisi». Lo afferma il presidente di Confindustria Vicenza, Luciano Vescovi.
«Quello che è stato fatto, invece, è stato accontentare le proprie reciproche sacche di voto - sottolinea -, una strategia di governo che ci ha portati ad un mercato del lavoro più rigido, ad un ritorno allo statalismo che non ha veramente alcun senso, vedasi il caso Alitalia, e che ha spaventato gli investitori italiani ed esteri come ci ha plasticamente rappresentato lo spread, senza contare le giravolte su Ilva e Arcelor Mittal». «La stagnazione e l’impossibilità di fare una manovra senza dover ammettere di aver buttato via soldi, tempo e credibilità internazionale ne sono il risultato - aggiunge -. Ora ciò che conta davvero è superare velocemente questo stallo e arrivare a fare una manovra seria, credibile, attenta ai conti e allo sviluppo, non certo volta a sussidiare i propri specifici collegi elettorali».
«La consolazione è che - conclude Vescovi -, dopo il passaggio parlamentare, il percorso sarà tracciato dalla saggezza del presidente Sergio Mattarella che rimane per noi un punto di riferimento assoluto».