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Violenta la nipote, inflitti sei anni al nonno

Per cinque mesi, da gennaio a maggio dell’anno scorso, ha abusato di sua nipote, all’epoca dei fatti tredicenne, filmando con il suo telefonino i rapporti sessuali a cui la costringeva in taverna. Ieri mattina il giudice per l’udienza preliminare, Massimo Gerace, ha condannato a sei anni di reclusione A.B., 66 anni, residente a Cornedo (le iniziali sono a tutela della vittima altrimenti riconoscibile). Nei confronti dell’imputato, accusato di violenza sessuale pluriaggravata ai danni della ragazzina che gli veniva affidata in custodia dai genitori, il pubblico ministero Angelo Parisi aveva chiesto una condanna a dieci anni di reclusione. Il pensionato, difeso dall’avvocato Claudia Longhi, attualmente detenuto nel carcere di Montorio, in provincia di Verona, aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato che in caso di condanna consente lo sconto di un terzo della pena inflitta. A.B., dopo la deposizione delle motivazioni della sentenza, potrà decidere se ricorrere in appello contro la sentenza del gup. Nei mesi scorsi il sostituto procuratore Parisi aveva rifiutato il patteggiamento a cinque anni di reclusione proposto dalla difesa dell’imputato, mentre i genitori della vittima, a loro volta, avevano respinto al mittente la proposta di 50 mila euro di risarcimento arrivata dal nonno. Il pubblico ministero aveva quindi chiesto il processo immediato. Dibattimento che si è appunto svolto ieri con il rito abbreviato. Inizialmente la ragazzina aveva confidato le violenze subite a una parente, ma la svolta alle indagini svolte dalla compagnia dei carabinieri di Valdagno è arrivata quando i militari sono riusciti a mettere la mani sul telefonino del nonno. Dal quale, dopo l’esame del consulente della procura, sono stati recuperati alcuni video (che erano stati cancellati) in cui A.B. si era ripreso durante i rapporti sessuali completi con la nipote. A quel punto il pubblico ministero aveva chiesto e ottenuto l’aggravamento della misura cautelare applicata al nonno, in un primo momento finito agli arresti domiciliari, con il carcere. Nel corso dell’indagine, era emerso che il nonno ospitava nella sua abitazione la nipote, quando era a casa da scuola, o quando i genitori erano al lavoro e gliela lasciavano in custodia. Ma era nei momenti in cui i due si trovavano da soli, che il pensionato approfittava della nipote. Molestie che nel corso dei mesi si erano fatte sempre più pesanti e sconcertanti sino a contemplare dei rapporti sessuali completi. I fatti erano emersi quando la ragazzina aveva trovato il coraggio di parlarne. All’inizio la ragazzina ne aveva parlato con una parente con cui evidentemente aveva maggiore confidenza. Quindi di quei terribili racconti erano stati informati i genitori della tredicenne che avevano informato i militari della compagnia di Valdagno. I carabinieri a quel punto avevano avviato, d’intesa con il pubblico ministero, una serie di verifiche. Verifiche a cui sono corrisposti dei riscontri sino al rinvenimento dei video nel cellulare del pensionato che lui aveva cercato di cancellare. Immagini riemerse portando a una verità terrificante. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Bernardini

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