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Si è spento Piazzon, portò la tv a Cereda

Da sinistra una delle gare indimenticabili per Piazzon, alle spalle di Coppi e Bartali. FOTOSERVIZIO CARIOLATOMario Piazzon mentre festeggia un compleanno con le figlie
Da sinistra una delle gare indimenticabili per Piazzon, alle spalle di Coppi e Bartali. FOTOSERVIZIO CARIOLATOMario Piazzon mentre festeggia un compleanno con le figlie
Da sinistra una delle gare indimenticabili per Piazzon, alle spalle di Coppi e Bartali. FOTOSERVIZIO CARIOLATOMario Piazzon mentre festeggia un compleanno con le figlie
Da sinistra una delle gare indimenticabili per Piazzon, alle spalle di Coppi e Bartali. FOTOSERVIZIO CARIOLATOMario Piazzon mentre festeggia un compleanno con le figlie

Se nel 1956 è arrivato a Cereda il primo televisore, un apparecchio mastodontico, il merito è di Mario Piazzon, spentosi l’altro giorno a 94 anni. Per i giovani potrà sembrare un episodio insignificante nella storia della frazione di Cornedo, ma se si pensa che in quegli anni erano ancora rare le famiglie che possedevano la radio, il fatto che “el Moro Petea”, come tutti lo chiamavano, abbia deciso di acquistare un televisore, ha fatto epoca. Anche da pensionato, dopo tanti anni di fabbrica, Mario raccontava volentieri il fatto con dovizia di particolari agli amici che gli mostravano i loro nuovi moderni televisori, sempre più sofisticati e di dimensioni ridotte. Piazzon ha sempre pensato di aver fatto una cosa grande per il paese e ne era orgoglioso. «È proprio vero - era solito ripetere -, sono stato io a portare il primo televisore a Cereda. L’ho comperato con i soldi guadagnati con le corse ciclistiche, quando correvo da giovane con la squadra di Learco Guerra, andavo forte, ho conquistato molti piazzamenti in gare importanti, come la coppa Bernocchi, la Milano-Sanremo, la Parigi-Roubaix”. Gli piaceva, poi, soffermarsi sulle dimensioni dell’apparecchio. «Il televisore era voluminoso - diceva accompagnando il concetto con il gesto delle braccia - mi occupava un angolo della sala del dopolavoro, che gestiva la mia famiglia in contrada Grumo. Ricordo che in occasione della coppa Rimet, come era chiamata una volta la coppa del mondo di calcio, la gente, oltre alla sala, occupava tutto il cortile antistante. Ho dovuto aprire le porte e le finestre per consentire a tutti di seguire le partite. Del resto - diceva - in quegli anni altri svaghi non poteva offrire la frazione di Cereda. C’era solo il cinema parrocchiale a Cornedo ed io ero contento di mettere a disposizione il televisore». Ancora oggi a Cereda, moltissimi over 60 ricordano le corse a perdifiato per accaparrarsi il posto al dopolavoro di Piazzon per non perdere la puntata di Rin Tin Tin, di Ivanhoe o di Robin Hood. Ed era per “El Moro Petea” anche l’occasione per raccontare i suoi anni di ciclista dilettante prima e professionista poi, le grandi soddisfazioni di avere corso accanto a campioni come Bartali e Coppi e di essere riuscito a stare al loro passo, come quella volta, lungo la salita del lago di Caldonazzo, dove i due assi del ciclismo hanno scherzato con lui: «Non vorrai pensare di arrivare primo». In seguito, da dipendente del Lanificio Marzotto (come si chiamava allora) “el Moro Petea” ha usato la bicicletta per andare su e giù da Valdagno. I compagni di lavoro faticavano non poco per stargli a ruota. Quando, da pensionato, guardava la televisione, raccontano le due figlie Liana e Loretta, provava tanta nostalgia. Non sapevi se provasse questo sentimento, andando con il pensiero a ritroso alle sue gesta sportive giovanili o al ricordo di avere fatto una cosa utile al paese, specialmente ai ragazzi e ai giovani di allora. C’è da credere che si ritroveranno in tanti, oggi, alle 15, nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea a Cereda, per dare l’ultimo saluto a Mario Piazzon, che ha dato l’opportunità di passare pomeriggi divertenti davanti al suo televisore: per molti attraverso le immagini si sono aperti orizzonti nuovi. Mario Piazzon lascia due figlie, Liana e Loretta con i mariti e i nipoti. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Aristide Cariolato

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