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Salvini, selfie e affondi: «Stufi della sinistra»

Matteo Salvini sul palco davanti al municipio con Alessandro Burtini, a sinistra, candidato sindaco del centrodestra.  FOTOSERVIZIO CISCATO
Matteo Salvini sul palco davanti al municipio con Alessandro Burtini, a sinistra, candidato sindaco del centrodestra. FOTOSERVIZIO CISCATO
Matteo Salvini sul palco davanti al municipio con Alessandro Burtini, a sinistra, candidato sindaco del centrodestra.  FOTOSERVIZIO CISCATO
Matteo Salvini sul palco davanti al municipio con Alessandro Burtini, a sinistra, candidato sindaco del centrodestra. FOTOSERVIZIO CISCATO

Consueto bagno di folla anche a Valdagno per Matteo Salvini. Nonostante la giornata, lunedì, e l’orario, le 14, piazza del Comune era gremita di sostenitori che lo hanno aspettato pazientemente per vederlo arrivare alle 14.50 da Thiene dove ha inaugurato i primi chilometri della Pedemontana. In occasione del voto del 26 maggio il vice-premier s’era fermato a Montecchio ed Arzignano senza risalire la vallata. Ora che Alessandro Burtini, candidato leghista del centrodestra, va al ballottaggio in vantaggio sull’avversario Giancarlo Acerbi, il “capitano” è giunto a tirare la volata. E Burtini non ha mancato di ringraziarlo: «Grazie per il sostegno che è venuto a portare a Valdagno» ha detto e prima di cedere il microfono ha voluto sottolineare che «da lunedì circolano in rete tante bufale. Come quella che voglio chiudere l’ospedale, il liceo, che voglio aprire il centro storico al traffico. Non è vero niente. Sono gli avversari che manifestano la loro paura». Ma il protagonista ieri era Salvini. «Qui comanda la sinistra da qualche decennio. Quando fai campagna elettorale non proponendo idee ma insultando l’avversario, vuol dire che hai già perso. Se la gente che il 26 maggio ha scelto il cambiamento torna alle urne, la partita è vinta. La sinistra ha smesso di occuparsi degli operai prediligendo le cene con i banchieri. Dico largo ai giovani, come Burtini, un 33enne che porterà una ventata di energia». Non mancano le battute. Tra il pubblico c’è anche chi ha un pappagallo: «Lo porti in giunta - dice al proprietario – sicuramente sa fare meglio di un assessore del Pd». Tra applausi ed incitamenti da stadio, prova a levarsi anche una contestazione. Una dozzina di ragazzi urla «vergogna». Un cordone di polizia li allontana di una decina di metri. Salvini chiede l’applauso «per i comunisti» ed è accontentato: «Faremo un museo per i panda, i pappagalli ed i comunisti». Il gruppetto contestatore ha dichiarato di non essere legato ad alcuna associazione politica: «Siamo sostenitori di Acerbi. Oggi abbiamo sentito sciocchezze. Più che Salvini, contestiamo Burtini». Durante il loro “respingimento” è intervenuta l’ex deputata del Pds, Mariangela Gritta Grainer. «Avevo paura che la polizia li caricasse, mi sono messa davanti per difenderli. Per fortuna non è successo alcunché». Dal palco Salvini mostra di nuovo un crocefisso: «Me l’ha regalato una signora quando sono arrivato, e la ringrazio». Parla di Europa - «siamo stati il partito più votato» - e ripropone i cavalli di battaglia di tutti i comizi: «Stiamo smontando la legge Fornero», «ho bloccato stupratori e spacciatori» e «meno 90% di sbarchi». Parla di Flat Tax, autonomia, di legittima difesa: «Anche qui da voi c’è stata gente andata sotto processo». Infine conclude con il saluto caro a Che Guevara (reminiscenza del suo passato da giovane comunista padano?), ovvero «Hasta la victoria siempre». Alle 15.25 è tutto finito. Ed inizia, puntuale, la lunga fila per il selfie. Il più originale è con un romeno da 25 anni a Valdagno, Cristian Popovici, che si fa autografare il cofano - sì, il cofano - di un’auto su cui campeggia la fotografia di Salvini. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giorgio Zordan

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