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«Rifiuti in Spv, 15 giorni per smaltirli»

Il direttore di struttura di progetto Spv, Elisabetta Pellegrini, davanti ai sacchi con i rifiuti.ZORDANLe ruspe in azione sul luogo del ritrovamento dei rifiuti. ZORDAN
Il direttore di struttura di progetto Spv, Elisabetta Pellegrini, davanti ai sacchi con i rifiuti.ZORDANLe ruspe in azione sul luogo del ritrovamento dei rifiuti. ZORDAN
Il direttore di struttura di progetto Spv, Elisabetta Pellegrini, davanti ai sacchi con i rifiuti.ZORDANLe ruspe in azione sul luogo del ritrovamento dei rifiuti. ZORDAN
Il direttore di struttura di progetto Spv, Elisabetta Pellegrini, davanti ai sacchi con i rifiuti.ZORDANLe ruspe in azione sul luogo del ritrovamento dei rifiuti. ZORDAN

Occorreranno un altro paio di settimane per vedere smaltiti i sacchi bianchi (alcune centinaia) accumulati ordinatamente in località San Rocco di Trissino (anche ieri è proseguita l'opera di riempimento, ndr) lungo il tracciato della Superstrada Pedemontana Veneta. In tutto 270 tonnellate di materiale che la ditta incaricata, la “Vallortigara servizi ambientali Spa”, conferirà in discarica autorizzata. L’avvistamento dei sacchi aveva preoccupato più d’un residente visto che riportano una sigla che classifica cancerogeno il materiale contenuto. Ieri il direttore di struttura di progetto Spv, ingegnere Elisabetta Pellegrini, dopo che il giorno precedente aveva diramato una lunga nota sulla presenza e contenuto dei sacchi bianchi, è salita a Trissino nel cantiere della Spv per fornire ulteriori spiegazioni. «Il ritrovamento – ha sottolineato Pellegrini – risale al 25 maggio del 2015 durante attività di scavo della trincee dell’infrastruttura ed è stato proprio dove sono accatastati i sacchi bianchi. Furono avvisati Regione, Provincia, Comune, Prefettura, Dipartimento provinciale Arpav. Proprio Arpav ha poi analizzato campioni di rifiuti». Ma all’epoca nessuno di questi enti aveva reso noto alla cittadinanza il ritrovamento, che «ha riguardato un’area di 270 metri quadrati per una profondità di un metro. Sono stati trovati resti di cemento, pali in cemento per vitigni, coperture, sacchi in nylon, contenitori in plastica e altro ancora. Tra questi, frammenti di cemento-amianto, a concentrazioni inferiori a 100 milligrammi a chilo, in particolare residui di coperture in eternit. Non essendoci evidenze di potenziale contaminazione in quanto inerte, il materiale è stato lasciato in giacenza ove rinvenuto». Il capitolo modalità di gestione e smaltimento è stato affrontato già tre anni fa dall’allora commissario Vernizzi «ma solo 6 mesi fa il concessionario, che si farà carico della spesa, ha stipulato un contratto per il trasporto e lo smaltimento in discarica autorizzata». Ora c’è fretta di sgomberare perché i lavori sono arrivati nel punto in cui sono accatastati i sacchi e il cantiere deve proseguire. Elisabetta Pellegrini ha anche fatto il punto sullo stato dell’arte dei lavori dell’intera Pedemontana nel Vicentino. «Il tratto di Breganze è praticamente pronto per essere aperto. A breve credo sarà comunicata la data. Sarà il primo percorribile. Poi toccherà al tratto tra A31 e Malo. La percorrenza sarà con pedaggio. Entro il 2020 contiamo di ultimare l’infrastruttura». Fatta eccezione, e non è poco, per la galleria Castelgomberto-Malo che avrà una lunghezza di circa 6 chilometri. «Stiamo velocizzando per ridurre i tempi, ma verosimilmente difficilmente sarà conclusa entro il 2020. Sul versante di Castelgomberto il cantiere è ancora sotto sequestro. Su quello di Malo c’è stato il dissequestro ai fini della messa in sicurezza: ultimata questa fase il concessionario potrà chiedere il dissequestro per la ripresa dei lavori. Per accorciare i tempi, si sta usando la galleria di servizio in località Vallugana per scavare la galleria a doppia canna in entrambe le direzioni. Sul versante di Castelgomberto la galleria è avanzata per circa 500 metri, 180 oltre il Poscola. Sull’intera tratta sono al lavoro 1.200 maestranze e 1.080 mezzi». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giorgio Zordan

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