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Natale con Caritas e Croce rossa per 200 famiglie

Antonio Zamperetti alla sede della Caritas cittadina. VE.MO.
Antonio Zamperetti alla sede della Caritas cittadina. VE.MO.
Antonio Zamperetti alla sede della Caritas cittadina. VE.MO.
Antonio Zamperetti alla sede della Caritas cittadina. VE.MO.

C’è chi sotto l’albero mette la bolletta della luce, la visita medica oppure il bollettino della tariffa rifiuti. Perché Natale non è solo abiti griffati o l’ultimo ritrovato tecnologico e c’è chi la “letterina” per Babbo Natale è costretto a portarla ai volontari della Caritas in piazza del Mercato o della Croce rossa in viale Regina Margherita. Per toccare con mano una realtà, lontana da luci ed addobbi, è sufficiente varcare la porta dei due punti di aiuto della città. Nel cuore del centro invaso dalla musica delle feste Mauro, valdagnese doc di 53 anni, sta ritirando il suo “pacchetto” di alimenti: «La Caritas, dal 2008, mi ha permesso di sopravvivere - sono le sue parole -. Da allora, pur avendo avuto un’educazione cattolica, non credo più al Natale. La mia vita è cambiata quando ho perso il lavoro come tecnico di linee produttive e sono diventato troppo “vecchio” per il mercato del lavoro». Mauro, oggi vive senza gas e l’acqua la preleva da un pozzo. È solo una delle 120 famiglie che la Caritas della parrocchia di San Clemente aiuta durante l’anno. Di queste una quarantina, circa un terzo, sono italiane. «Prima dell’estate erano venti -afferma la referente Marisa Grendele -. Purtroppo in pochi mesi il numero è raddoppiato. Siamo una decina di volontari che riescono ad aprire le porte della sede il martedì dalle 15, il giovedì e il sabato dalle 9 alle 11.30. Se fossimo di più potremmo dare maggior sostegno. Per Natalesono state circa 50 le famiglie a ricevere il nostro aiuto che, vista l’occasione, non ha fatto mancare il panettone sulla tavola. E per i bambini c’era l’angolo dei giochi e dei libri, dove potevano scegliere il loro dono». Un Babbo Natale che nelle stanze che affacciano sulla piazza è presente tutto l’anno e che, con una spesa in media di 150 euro alla settimana prepara sacchetti personalizzati. «Teniamo conto dei componenti della famiglia, delle allergie e dei problemi di salute che possono esserci -aggiunge Grendele-. In genere non mancano scatolame, pomodori, zucchero, farina e tanto latte». Ed è il referente della distribuzione dei vestiti e degli alimenti, Antonio Zamperetti, a fare i conti: «Ogni anno paghiamo circa 10 mila euro in bollette e 5 mila in viveri. Secondo noi gli italiani che avrebbero bisogno di aiuto sarebbe molti di più ma per pudore non ci contattano. Spesso, proprio per questo, consegniamo a domicilio. Non diamo soldi, ma paghiamo direttamente le bollette e le spese mediche». L’atmosfera è la stessa nella sede del comitato Valle Agno della Croce rossa italiana: «Per noi è praticamente tutto l’anno Natale -esordisce la presidente Paola Guglielmi Dal Sasso-. Una bolletta, la retta scolastica, i libri di testo o un medicinale sono l’aiuto che trovano le 228 persone che seguiamo, 80 famiglie, che trascorreranno le feste con la speranza di un sostegno concreto. In questo momento siamo impegnati, in particolare, a trovare un’abitazione a una famiglia con tre bambini piccoli che ha ricevuto lo sfratto». E se il 2017 si era chiuso vedendo al lavoro 216 volontari, tra cui il medico che riceve ogni anno 150 persone, negli ultimi dodici mesi il numero è sceso a 190: «Un calo che non aiuta. Speriamo che con il corso per entrare a far parte del comitato Cri della Valle Agno, che partirà a gennaio, ci siano nuove leve per riuscire far crescere il nostro impegno». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

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