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Sfilata per i terroristi morti, bufera su Arcadia

Un momento della manifestazione di giovedì a cui ha partecipato una cinquantina di militanti
Un momento della manifestazione di giovedì a cui ha partecipato una cinquantina di militanti
Un momento della manifestazione di giovedì a cui ha partecipato una cinquantina di militanti
Un momento della manifestazione di giovedì a cui ha partecipato una cinquantina di militanti

Cinquanta persone, quattro mazzi di fiori e la frase “Ci sono vite che pesano come piume e vite che pesano come montagne” in uno striscione davanti al civico 4 di via Vittorio Veneto dove l’11 aprile 1979 tre giovani dei Collettivi Politici Veneti morirono a causa dell’esplosione dell’ordigno che stavano fabbricando. Quarant’anni dopo, su iniziativa del centro sociale Arcardia di Schio, i militanti sono stati ricordati alle 18.30 di giovedì. Una commemorazione – autorizzata da questura e prefettura - blindata da una trentina fra agenti di polizia di stato, carabinieri e vigili. Niente scontri, il traffico è stato interrotto per pochi minuti e la manifestazione è terminata in meno di un’ora. Ma le reazioni sui social sono state immediate e velenose. «Hanno celebrato il terrorismo, rimpiangendo un’epoca che non può essere rimpianta», denuncia Christian Azzolin, di “Thiene a destra”. «Come è possibile che sia stata autorizzata la manifestazione? Il Comune è in balia della sinistra, alla faccia del sindaco di tutti. Non si tratta di commemorare i defunti, si è celebrato l’anniversario di un evento che avrebbe potuto causare molti più morti». «C’è sconcerto nei confronti di chi ha permesso questa commemorazione», rincara l’esponente della Lega Simone Furia. «Queste persone stavano preparando bombe per degli attentati. Faremo un’interrogazione perché è allucinante commemorare il terrorismo». Per Abramo Tognato del M5s «non si può negare una manifestazione se è stato rispettato l’iter per richiederla. Quell’episodio ha segnato la storia di Thiene e ci ricorda quanto la violenza non sia tollerabile». Sulla questione il sindaco è chiaro e prende le distanze dalla manifestazione, considerando anche che il Comune non aveva potere di negarla o autorizzarla «Condanno ciò che è avvenuto 40 anni fa, perciò non sono d’accordo con la manifestazione: erano terroristi che volevano fare del male. Il Comune non ha autorizzato e non ha negato perché non ci sono mai arrivate richieste», precisa Casarotto. «Posso capire che dopo così tanti anni vogliano ricordare i loro “caduti” per un ideale. Accade anche per movimenti di diverso colore politico». «La libertà di espressione è garantita da organi competenti che verificano se è possibile fare una commemorazione in sicurezza», ricorda l’assessore Andrea Zorzan, esponente del Pd. «In democrazia la libera espressione deve essere garantita, come accade per CasaPound e Forza Nuova. Quell’evento è ancora una ferita aperta, ma forse è arrivato il momento di studiarlo dal punto di vista storico e capire la pericolosità di quegli atti. Resta che la manifestazione, pur formalmente corretta, per me sarebbe stata da evitare». «Vogliamo ricordarli per come “li abbiamo conosciuti” perché siamo stanchi delle strumentalizzazioni che devono subire ancora”, si legge sulla pagina Facebook di Arcadia. «Vogliamo rompere il pensiero unico e malevolo per restituire loro dignità e giustizia. La chiave di lettura è stata la forzata attribuzione della qualifica di terrorismo a tutto ciò che in quel periodo rappresentava un’organizzazione in antitesi con il modello di società imperante. Vogliamo condividere la gioia e l’amore con cui Alberto, Angelo, Maria Antonietta e Lorenzo hanno vissuto il loro ed il nostro sogno». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Marco Billo

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