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Eredità di 700 mila euro Spunta il figlio naturale

Una toga in un’aula di tribunale
Una toga in un’aula di tribunale
Una toga in un’aula di tribunale
Una toga in un’aula di tribunale

In ballo c’è una eredita contesa di 700 mila euro, costituita da una bifamiliare, due appartamenti al mare in Romagna e 70 mila euro in contanti. Il colpo di scena è arrivato in tribunale dopo la morte del pensionato Luciano Guardigli, avvenuta all’ospedale di Santorso nel novembre 2014, e che all’anagrafe di Thiene era registrato come Domenico. È successo quando l’avvocato Giuseppe Bettanin, con studio a Thiene, per conto del 49enne Alessandro De Marchi Frigo di Arcugnano, ha depositato a Vicenza la causa per il disconoscimento di paternità al fine di fargli togliere il cognome Frigo. Quindi ha proseguito la battaglia legale per farlo riconoscere come figlio naturale del defunto Luciano Guardigli, spirato a 77 anni, in apparenza senza lasciare discendenti. Il de cuius non si era mai sposato e i venti nipoti sparsi per la provincia romagnola di Forlì hanno accettato l’eredità solo di recente, convinti di essere loro a spartirsi le sostanze dello zio. IL GIUDICE. Inizialmente, invece, i parenti non avendo accettato la successione avevano indotto il giudice Marcello Colasanto a nominare come curatore dell’eredità, cosiddetta “giacente”, l’avvocato Cristina Zanini di Vicenza. «L’altro giorno c’è stata l’udienza nella quale il giudice - spiega l’avv. Bettanin di Thiene - ha verificato che il lavoro del curatore è praticamente concluso. Siamo preoccupati perché il patrimonio, dopo che l’avv. Zanini ha eseguito un puntuale rendiconto, potrebbe essere venduto dagli eredi prima che il figlio naturale sia dichiarato tale». LA FIDANZATA. Luciano Guardigli aveva condotto una vita riservata spartendosi tra il lavoro come montatore alla “Forni Fiorini” di Marano e qualche hobby. Aveva coltivato poche amicizie, tra cui quella con Lucia De Marchi di Lugo, nata nel maggio del 1935 e morta nel febbraio ’98 a 63 anni. Secondo l’avv. Bettanin, Alessandro De Marchi non era figlio di Bruno Frigo come lo aveva riconosciuto nel 1983 quando sposò Lucia, bensì di Luciano Guardigli, che non volle riconoscerlo nel febbraio 1970 quando nacque a Thiene, nonostante le insistenze di Lucia che lo indicava come il padre naturale. All’epoca non era stato ancora messo a punto il test del Dna per mappare il corredo genetico degli individui e di fronte alla ritrosia di Guardigli al riconoscimento, Lucia aveva cresciuto il figlio prima di innamorarsi e sposare nel 1983 Bruno Frigo, che aveva riconosciuto con generosità il ragazzino. IL PADRE. Tuttavia, Alessandro aveva sempre saputo il nome del presunto padre e quando quest’ultimo è spirato ha avviato l’azione legale per succedergli. La causa per il riconoscimento di paternità è pendente davanti al giudice Elena Sollazzo. La quale ha respinto, per ora, l’istanza dell’avv. Bettanin per la prova del Dna. Nel frattempo, gli avvocati Emanuela Bassi, Andrea Sirotti Gaudenzi e Cecile Comandini per conto dello stuolo di nipoti di Guardigli hanno depositato i documenti per rivendicare la legittimità degli assistiti a ereditare, mentre l’avv. Bettanin si augura che il giudice Sollazzo il prossimo 2 luglio dia il via libera al test del Dna. «Abbiamo depositato al giudice - osserva il legale - lo scambio di corrispondenza tra Lucia De Marchi e Guardigli in cui lei gli chiede di riconoscere il figlio. Col test del Dna si accerterebbe subito se De Marchi è figlio legittimo». In quel caso sarebbe l’erede unico e i cugini uscirebbero di scena. «Se però i beni fossero messi a loro disposizione potrebbero essere venduti e il mio assistito beffato», conclude il legale. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ivano Tolettini

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