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Addio al piccolo Davide dopo 5 giorni di lotta

Il piccolo Davide Torresan: così la famiglia ricorda la sua vitalitàLa scena del gravissimo incidente accaduto sabato a Colceresa
Il piccolo Davide Torresan: così la famiglia ricorda la sua vitalitàLa scena del gravissimo incidente accaduto sabato a Colceresa
Il piccolo Davide Torresan: così la famiglia ricorda la sua vitalitàLa scena del gravissimo incidente accaduto sabato a Colceresa
Il piccolo Davide Torresan: così la famiglia ricorda la sua vitalitàLa scena del gravissimo incidente accaduto sabato a Colceresa

«Il nostro piccolo Davide ha lottato come un leoncino per farcela, sono immobilizzata a letto, gli infermieri mi hanno portato a vederlo la mattina, poi a mezzogiorno sono arrivati i medici e mi hanno detto che mio figlio non c’era più. Sento un dolore atroce, era il nostro unico bimbo, tutta la mia vita era dedicata a lui». Lui è Davide Torresan, il bimbo di 2 anni spirato ieri all’ospedale San Bortolo di Vicenza, a cinque giorni dal terribile schianto avvenuto a Colceresa mentre era in auto con i genitori. La voce rotta dal dolore è della mamma Loredana Ciaco, 47 anni, ferita e ancora ricoverata al San Bortolo, al pari del papà Michele Torresan, 46 anni. Vivono a Thiene, dove lei è arrivata nel 2006. Loredana si occupava del suo piccolo a tempo pieno, mentre il papà è operaio specializzato. La famiglia lo scorso sabato era rimasta coinvolta in un incidente sul tratto di superstrada che attraversa il territorio comunale di Colceresa. Erano le 18.30 quando i Torresan stavano viaggiando verso casa a bordo di una Suzuki Matis, all’improvviso l’utilitaria era stata centrata da un Fiat Doblò, condotto da Massimo Galiazzo, 46 anni residente a Monselice. L’impatto era stato violentissimo, le condizioni del piccolo Davide, che era ben allacciato al seggiolino posteriore, erano apparse da subito disperate. Giovanni Cavalliere, automobilista di passaggio, aveva prestato i primi soccorsi al bimbo che era già in arresto cardiaco, i sanitari del 118 erano poi riusciti a stabilizzarlo, quindi la corsa verso il San Bortolo, sull’ambulanza dove era stato caricato anche papà Michele, che aveva riportato diverse contusioni, affinché potesse restare vicino al figlio. Mamma Loredana invece era stata trasportata all’ospedale San Bassiano di Bassano, con lesioni e fratture. Due giorni dopo i medici avevano disposto il suo trasferimento a Vicenza, col principale obiettivo di riunire la famiglia. È stato un bene, l’unico di questa tragedia: «Almeno ero qui - racconta Loredana - così ho potuto vedere il mio bimbo, e salutarlo». I genitori sono distrutti, ma vogliono raccontare chi era il loro piccolo Davide: «Era un bimbo allegro e buono - spiegano - anche le maestre dell’asilo dicevano che era vivacissimo e che andava d’accordo con tutti gli altri bimbi. Amava mangiare, giocare con le pentole e con le costruzioni. Non faceva mai i capricci. Per il suo compleanno, lo scorso 28 febbraio, una cara amica gli aveva regalato un pupazzetto di “Bing” il suo cartone animato preferito. Era sano e forte, l’amore di tutta la nostra vita». Il piccolo subito dopo l’incidente era stato ricoverato nel reparto di rianimazione: «Andavo a trovarlo sempre - racconta papà Michele - il primo giorno dava dei buoni segni, teneva gli occhietti aperti e un po’ si muoveva. Una volta ha mosso un piedino così abbiamo sperato che quando si sarebbe ripreso avrebbe potuto camminare ancora». Poi il quadro clinico è peggiorato. «Dopo due giorni dall’incidente ha smesso di dare segni di reazione agli stimoli - spiega ancora il papà - I medici ci avevano detto che la situazione era gravissima. Noi però abbiamo sperato fino all’ultimo». Mamma Loredana, limitata dalle fratture, ha potuto vedere suo figlio solo due volte. «Ho dieci costole rotte e altre fratture, non riesco ad alzarmi dal letto, però chiedevo ai medici di portarmi dal mio Davide tutte le volte che era possibile. In quei momenti ho invidiato tanto mio marito che riuscendo a stare in piedi poteva baciarlo e abbracciarlo, io dal letto sono riuscita solo ad accarezzarlo, non ho potuto nemmeno dargli un ultimo bacio. Per una mamma è durissima. Il nostro Davide era un bimbo speciale e straordinario, noi vivevamo per lui». Ora la procura ha aperto un’inchiesta per omicidio stradale, iscrivendo sul registro degli indagati, Massimo Galiazzo, che guidava il Doblò. La salma di Davide resta a disposizione dell’autorità giudiziaria. Non è esclusa l’autopsia. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesca Cavedagna

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