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Ulss 7, i furbetti del ticket sono undicimila all’anno In cassa manca 1 milione

Utenti impegnati nel pagamento del ticket all’ospedal San Bassiano FOTO  CECCON
Utenti impegnati nel pagamento del ticket all’ospedal San Bassiano FOTO CECCON
Utenti impegnati nel pagamento del ticket all’ospedal San Bassiano FOTO  CECCON
Utenti impegnati nel pagamento del ticket all’ospedal San Bassiano FOTO CECCON

I “furbetti del ticket” mettono a dura prova conti e strutture dell’Ulss 7 Pedemontana. Nel 2018, in più di undicimila casi, i pazienti non hanno pagato le prestazioni di Pronto soccorso, generando ingenti mancati introiti ai danni dell’azienda sanitaria: basti pensare che è stato evaso il pagamento del 40 per cento dei contributi dovuti per gli accessi al Pronto soccorso, pari all’8,6 per cento dell’ammontare totale dei ticket sanitari, che compresi esami e visite specialistiche di laboratori e reparti ammonta a 12 milioni e 700mila euro. Al netto di dimenticanze o equivoci, che riguardano soprattutto i pazienti anziani, le strutture amministrative dell’Unità sanitaria sono costrette ad avviare procedure di recupero crediti, fatturazione o sanzionamento, ma è difficile far rientrare tutte le somme. E le categorie di evasori non finiscono qui: pesanti mancati introiti si registrano anche per il ricovero di stranieri senza assistenza sanitaria, per le mancate disdette di visite ed esami già prenotati e infine per le dichiarazioni mendaci in autocertificazione. Il totale delle prestazioni non pagate ammonta a quasi un milione di euro. Nel dettaglio, nel 2018 le prestazioni di codice bianco in Pronto soccorso negli ospedali di Bassano, Santorso e Asiago non pagate sono state 11.677, per un totale che sfiora i 590mila euro su meno di un milione e mezzo di “fatturato” degli stessi Pronto soccorso. Poi ci sono i ricoveri di stranieri senza assistenza. Anche qui le cifre sono considerevoli: i casi registrati sono in tutto solo 66, ma questi pazienti in totale sono costati all’azienda sanitaria circa 218mila euro. Altro dato rilevante è quello delle mancate disdette, ovvero delle prestazioni prenotate e mai annullate entro il termine massimo di tre giorni dalla data dell’appuntamento. Queste dimenticanze sono all’Ulss 7 sono costate quasi centomila euro di prestazioni non eseguite, fatto che ha inevitabilmente, ma senza alcuna colpa per la direzione ospedaliera, creato disservizi a catena anche per gli altri utenti, con tempi di attesa che si sono inevitabilmente e inutilmente allungati. I pazienti “smemorati” sono stati in tutto 4228. E poi ci sono quelli “bugiardi”, ovvero che presentano in autocertificazione dichiarazioni mendaci di esenzioni o agevolazioni per disabilità o altri motivi che però non trovano riscontri oggettivi nelle patologie e nelle reali condizioni di salute. Questa categoria è stata nelle ultime settimane oggetto anche di un’indagine, al San Bassiano, della Guardia di Finanza del Gruppo Bassano, guidata dal capitano Michele Piazzola, che ha portato a decine di denunce. I dati parlano in totale di 636 persone che nel 2018 hanno firmato attestazioni fasulle accedendo a privilegi senza averne diritto, il che ha prodotto ammanchi o spese ingiustificate per 79 mila euro da parte dell’Ulss. E’ facile lamentarsi dei disservizi sanitari, ma è anche vero che questi artifici non aiutano i conti e quindi l’efficienza. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesca Cavedagna

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