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Polo produttivo green all’ex Lanerossi

L’ingresso dell’area ex Lanerossi, oggi tristemente in stato di abbandono. FOTO STELLA CISCATO
L’ingresso dell’area ex Lanerossi, oggi tristemente in stato di abbandono. FOTO STELLA CISCATO
L’ingresso dell’area ex Lanerossi, oggi tristemente in stato di abbandono. FOTO STELLA CISCATO
L’ingresso dell’area ex Lanerossi, oggi tristemente in stato di abbandono. FOTO STELLA CISCATO

L’anima produttiva rinasce dalle ceneri della Lanerossi. È stato trovato, dopo una lunga mediazione che si è affiancata ad una altrettanto intricata vicenda legale, un accordo tra il Comune e il gruppo Marzotto, rappresentato da Andrea Donà delle Rose: l’area ad est del centro urbano tornerà alle origini industriali. E si sosterrà da sola. «Su un’area da 330 mila metri quadrati ce ne sono 110 mila edificabili e modulabili a seconda delle esigenze delle imprese – spiega il sindaco Valter Orsi -. Nella convenzione che accompagnerà il Piano urbanistico attuativo inseriremo un punto che è nel Dna innovativo della città: sui tetti delle future aziende ci sarà un “parco” di pannelli solari che permetteranno di soddisfare il fabbisogno energetico delle imprese». Se l’iter dovesse procedere senza intoppi, l’area di grandi dimensione dovrebbe essere sbloccata nel giro di un anno. «Rispondiamo alle esigenze delle imprese che vogliono ampliarsi e non possono farlo nella nostra bella zona industriale che è satura, ma ci rivolgiamo anche chi voglia investire in un’area produttiva unica. Oggi non so quante aziende potrebbero essere interessate, ma so che a causa dei ritardi, almeno un’impresa ha deciso di investire fuori comune. Non c’è più tempo da perdere». Scongiurato, quindi, il tema del maxi-centro commerciale. Era previsto addirittura da 50 mila metri quadrati. «Avrebbe assorbito e reso vano qualsiasi tentativo di investire sui nostri centri storici. Aver in un primo momento adottato con riserva la variante che prevedeva questo vasto insediamento commerciale ci ha permesso di avere voce in capitolo. Se non lo avessimo recepito, saremmo stati costretti a subire passivamente l’enorme superficie di vendita. Abbiamo chiesto alla proprietà tutta una serie di documenti che ci ha fornito solo in parte e allora abbiamo deciso di opporci definitivamente. Non è stato facile, poi, evitare il maxi centro commerciale ma, con gli strumenti in nostro possesso e limitati dalle normative, abbiamo rimodulato la possibilità di insediamento commerciale in maniera sequenziale». «Questo - precisa - ci ha portati ad una battaglia legale con la proprietà che abbiamo affrontato forti di un parere della Regione sull’interpretazione della norma, ma mi rendo conto che l’area è privata e la proprietà ha tutto l'interesse a monetizzare. Fondamentale il lavoro delle diplomazie per il risultato. Sul futuro di questo insediamento sono fiducioso, perché basta vedere cosa è accaduto con l’area della ex “Smit”: in sei mesi, è stata completamente venduta. Avevamo studiato la possibilità di proporre il “parco solare” anche alle aziende già esistenti, ma abbiamo capito che sarebbe stato molto complicato». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Karl Zilliken

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