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Schio

Il "testamento"
di Francesco
è per i migranti

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Ieri l'ultimo saluto a Francesco Zanella, 24 anni. STUDIOSTELLA/CISCATO
Ieri l'ultimo saluto a Francesco Zanella, 24 anni. STUDIOSTELLA/CISCATO
Ieri l'ultimo saluto a Francesco Zanella, 24 anni. STUDIOSTELLA/CISCATO
Ieri l'ultimo saluto a Francesco Zanella, 24 anni. STUDIOSTELLA/CISCATO

SCHIO. «Per volere di Francesco e dei suoi familiari l'offertorio della messa sarà devoluto alle comunità che accolgono i migranti». Un ultimo gesto solidale, un ultimo pensiero per quel prossimo cui anche in vita aveva sempre pensato fino agli ultimi giorni quando aveva indossato la maglietta rossa come segno di vicinanza a coloro che arrivano nel nostro Paese alla ricerca di un futuro migliore.

 

Aveva un cuore grande Francesco Zanella, lo studente universitario di 24 anni che ha lottato sino all'ultimo, con determinazione ma anche col sorriso sulle labbra, contro la distrofia muscolare contratta all'età di un anno. Ha lottato con determinazione e consapevolezza sino a lunedì scorso quando, a causa di una crisi respiratoria, è spirato nella sua casa nel quartiere di Magrè. Ed in tanti ieri mattina si sono riuniti nella chiesa di San Benedetto per rendere omaggio a quel ragazzo studioso, altruista e ironico: c'erano gli scout, cui Francesco aveva fatto parte con gioia nonostante fosse già in carrozzina e dei cui valori ne aveva fatto la propria filosofia di vita; c'erano insegnanti e professori che lo avevano seguito nel suo percorso scolastico ed universitario perché Francesco amava lo studio tanto che gli mancavano tre esami alla laurea in ingegneria meccanica a Padova e stava già lavorando alla tesi per cui progettava un meccanismo per distributori automatici di bevande in grado di far uscire un caffè sempre alla medesima temperatura. Ma soprattutto c'erano gli amici di una vita che con lui hanno condiviso gioie e dolori. Giovani dai volti commossi che hanno stretto in un grande abbraccio la famiglia di Francesco: mamma Cecilia, papà Dario ed i fratelli Chiara e Luca e i nonni Roberto e Carla. 

 

Come ha riferito in chiesa il parroco don Luigino Perin, la famiglia, rendendosi interprete del volere di Francesco, ha chiesto che i soldi raccolti all'offertorio vengano destinati ad associazioni che si occupano di accoglienza. 

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