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Schio

Fiumi di droga
per i giovanissimi
Sgominata banda

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La droga e il materiale sequestrato dai carabinieri di Schio. FOTO CISCATO
La droga e il materiale sequestrato dai carabinieri di Schio. FOTO CISCATO
La droga e il materiale sequestrato dai carabinieri di Schio. FOTO CISCATO
La droga e il materiale sequestrato dai carabinieri di Schio. FOTO CISCATO

Avevano messo in piedi un vero e proprio sodalizio criminale che aveva nello spaccio di droga (per lo più cocaina ed eroina) il proprio business. E avevano studiato un modus operandi ben preciso per mettersi al riparo da eventuali controlli e assicurarsi guadagni sicuri: smercio di piccole dosi, spostamenti in bicicletta, continui cambi di cellulari, controllo della clientela. 

 

Un sistema ricostruito e scoperto dai carabinieri di Schio, che al termine di un'indagine durata quasi un anno hanno arrestato cinque pusher, due negli ultimi giorni e tre nel corso delle investigazioni. Il sospetto è che la banda sia anche responsabile di diversi episodi di overdose (almeno 8), avvenuti anche prima che l’indagine iniziasse e che avevano trovato l’apice nei decessi del 4 giugno 2017 e del 10 settembre 2017 di due ragazzi. I militari, coordinati dal capitano Jacopo Mattone, hanno inoltre identificato numerosi clienti tra i quali molti giovanissimi. 

 

IL MODUS-OPERANDI. L'indagine antidroga è nata a settembre 2018. In base alle informazioni raccolte era emerso che a Schio si era formato un sodalizio criminale composto da soggetti stranieri di origine africana (in particolare nigeriani) dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti. L'attività investigativa è durata quasi un anno, in quanto non è stato semplice ricostruire i ruoli dei singoli indagati all’interno del gruppo, poiché cambiavano spesso i telefoni utilizzati e si spostavano principalmente in bicicletta per effettuare l’attività di spaccio. Un sistema collaudato, che garantiva ai pusher un guadagno di almeno 3.000 euro a settimana.

 

Gli spacciatori acquistavano la droga tramite pochi ovuli trasportati internamente al proprio corpo da Vicenza; lo smercio al dettaglio avveniva confezionando microdosi da 0,10/0,15 grammi circa, facili da trasportare in bocca, e veloci da vendere al prezzo di 10 euro l'una (e quindi per una somma di denaro praticamente disponibile a tutti, anche ai giovanissimi); lo spaccio avveniva vicino ai luoghi di aggregazione giovanile, come scuole, parchi giochi e parchi pubblici, locali pubblici, stazioni treni e/o corriere. Gli spostamenti avvenivano quasi principalmente in bicicletta o tramite il continuo ricambio di clienti tossicomani, mentre il denaro veniva versato settimanalmente su conti correnti esteri tramite poste-pay. Solo nel caso di ordini più consistenti, venivano incaricati corrieri domiciliati in province metropolitane (Milano-Torino-Genova-Roma-Napoli), i quali non effettuavano consegne direttamente, ma tramite parentela; il domicilio veniva trovato in appartamenti il cui contratto d’affitto veniva intestato ad un prestanome previo compenso in denaro (300/400 Euro).

 

LE TESTIMONIANZE. Dalle testimonianze raccolte dai carabinieri, è emerso inoltre come la banda assillasse i proprio clienti. Diversi tossicodipendenti hanno ammesso che ogni tentativo di sottrarsi al consumo di droghe veniva reso vano dalle continue insistenze degli spacciatori che, tra l’altro, usavano passarsi tra loro appunti contenenti nomi e numeri di telefono della clientela affinché, anche dopo ogni arresto, venisse mantenuta l’attività illecita da parte degli altri complici.

Ulteriori informazioni sono state poi raccolte attraverso gli operatori delle principali cooperative di accoglienza locali, che già da tempo avevano provveduto ad allontanare dai rispettivi programmi parte dei soggetti indagati per motivazioni tutte comuni ai vari componenti del sodalizio, come la mancanza di rispetto degli orari e delle regole imposte dal programma; il possesso di cospicue somme di denaro e beni mobili alle cui richieste di spiegazioni seguivano comportamenti aggressivi; comportamenti aggressivi e/o violenti ad ogni controllo non preannunciato e/o richiesta di spiegazioni da parte degli operatori della cooperativa.

 

GLI ARRESTI. Nel corso di questi 18 mesi di investigazioni alcuni dei componenti del sodalizio sono stati arrestati in flagranza. Si tratta di: David Jully, 25 anni nigeriano, trovato con 17 dosi preconfezionate di eroina ed un taser (arrestato l'1 ottobre 2018); Emmanuel Dominic, 39enne nigeriano, trovato  con 22 grammi di eroina, 1.950 euro, un bilancino, un cellulare (arrestato il 21 ottobre 2018); Osesumhen Destiny Ibhawoh, 26 anni nigeriano, trovato con 18,7 grammi di eroina (33 dosi + un ovulo), 4,5 grammi di cocaina (12 dosi), 985 euro, 9 cellulari e 3 pc (arrestato il 14 novembre 2018). Negli ultimi giorni, a seguito della conclusione delle indagini e delle risultanze ottenute, il Tribunale e la Procura di Vicenza hanno accolto le richieste formulate dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, emettendo diversi ordini di perquisizione e di custodia cautelare in carcere nei confronti di alcuni degli indagati, mentre per gli altri è stata notificata la richiesta di rinvio a giudizio.

 

In particolare sono stati arrestati e condotti in carcere Stanley Oseoboh, 29enne nigeriano, e Godfrey Efe, 25enne nigeriano (quest’ultimo, a capo del sodalizio dopo l’arresto di Osesumhen Destiny Ibhawoh, è stato contemporaneamente arrestato in flagranza di reato in quanto trovato in possesso di ingente quantità di sostanza stupefacente eroina e cocaina).

 

Sono stati invece perquisiti: B.I., 24enne nigeriano, nullafacente gravato da pregiudizi di polizia; O.C., 28enne nigeriano gravato da pregiudizi di polizia; E.T., 29enne nigeriano, nullafacente incensurato. I tre sono stati denunciati per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente in quanto, all’interno della propria abitazione, sono stati rinvenuti 90 grammi di marijuana confezionata in 4 involucri.

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