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Fabbrica Alta Il ciak del rilancio è fantascienza

Le riprese del film “La teoria delle stringhe spezzate” al Giardino Jacquard. FOTO DE FRENZA
Le riprese del film “La teoria delle stringhe spezzate” al Giardino Jacquard. FOTO DE FRENZA
Le riprese del film “La teoria delle stringhe spezzate” al Giardino Jacquard. FOTO DE FRENZA
Le riprese del film “La teoria delle stringhe spezzate” al Giardino Jacquard. FOTO DE FRENZA

La Fabbrica Alta come Cinecittà proprio nel periodo in cui si celebrano i 200 dalla nascita di Alessandro Rossi. Da un paio di settimane i grandi spazi abbandonati del complesso industriale del centro si sono trasformati in un set cinematografico grazie al progetto Fabricaltra. Il film sci-fi in realizzazione, intitolato “Teoria delle stringhe spezzate”, ha portato il regista francese Jérome Walter Gueguen a reclutare quasi una cinquantina di scledensi, 30 tra attori e comparse e 16 come personale tecnico, a partecipare all’impresa. Nelle scorse settimane infatti sono stati eseguiti dei casting e sono stati oltre cento i cittadini che si sono presentati per essere selezionati. «Era da parecchio tempo che volevo realizzare un film con attori non professionisti, con me sono venuti due attori veri e dei miei collaboratori fidati alla regia e alla fotografia, tutti gli altri abitano qui - racconta Gueguen - volevo che sul set si creasse un clima amichevole dove tutti i partecipanti potessero portare a casa qualche conoscenza in più. Ho insistito molto sulla partecipazione attiva da parte di tutti, collaborando tutti insieme stiamo inoltre facendo un po’ di ordine e riordinando il caos negli spazi interni della Fabbrica Alta». Solitamente i set cinematografici sono noti per portare devastazione nei luoghi di ripresa, questa volta invece sembrerebbe essere il contrario; gli enormi stanzoni del corpo fabbrica stanno venendo man mano ripuliti dopo oltre 30 anni di abbandono e inoltre la produzione cerca di mantenere al minimo l’impatto ambientale utilizzando quanto più materiale ecologico possibile. «Il Comune ci sta fornendo il riscaldamento, veramente necessario poiché spesso fa più freddo dentro che fuori - continua il regista - tutti noi apprezziamo molto questa collaborazione che si è creata con gli uffici comunali di Schio, ci hanno dato la possibilità di far rivivere questo posto dimenticato da decenni insieme ai propri abitanti. Ci piacerebbe qualche sponsorizzazione in più che ci aiutasse a portare il film al Festival di Venezia l’estate prossima, così da mostrare questi luoghi magici di Schio ad ancora più persone». Le riprese termineranno il 2 dicembre, così come la disponibilità ad usufruire degli spazi dell’edificio, ma per molti cittadini l’esperienza di averla vissuta ancora una volta resterà per sempre. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Massimo Dagli Orti

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