MONTECCHIO MAGGIORE. Un'imprenditrice in infradito. Sta sicuramente realizzando il suo sogno Carlotta Mettifogo, che da Montecchio Maggiore si è trasferita in Brasile. Ma Fortaleza, che si trova nel nord est dello Stato verde-oro, è ben lontana da Rio Grande Do Sul, la regione meridionale dove una volta i veneti si trasferivano per trovare lavoro e fortuna.
La passione di Carlotta per il Brasile è iniziata 14 anni fa quando, giovanissima, ha deciso di fare un viaggio di volontariato. «Rimasi tre mesi - racconta - tra case famiglia con bambini abbandonati e favelas. Questo Paese mi è rimasto nel cuore e imparare a conoscere la lingua mi ha aperto, anni dopo, anche possibilità lavorative». Nel 2011 la 40enne viene assunta in un'azienda dell'Alto Vicentino, lascia la famiglia che vive ancora a Montecchio e parte. Così iniziano i voli intercontinentali. «Mi occupavo del Brasile e viaggiavo parecchio - prosegue -. Dopo tre anni la situazione era diventata poco sostenibile così ho deciso di trasferirmi a San Paolo. Successivamente ho cambiato azienda e mi sono stabilita a Fortaleza, dove oggi vivo».
Ma il sogno di Carlotta era un altro: voleva dedicarsi al turismo, alla scoperta di zone poco conosciute agli italiani, lontane dai classici tour. «Non ho scelto Fortaleza, ma Fortaleza ha scelto me - afferma sorridendo -. È capitata qui un'opportunità lavorativa e l'ho colta. In questa zona non arrivarono, decenni fa, i nostri immigrati ma è stata scelta in tempi più recenti dagli italiani, per stabilire business e aziende. Oggi a Fortaleza è presente una comunità italiana imprenditoriale abbastanza consistente, la maggior parte che si dedica alla parte immobiliare e al turismo». Proprio il turismo diventa il suo pane quotidiano e decide di portare l'italianità nella patria del samba. «Mi occupo di turismo ricettivo, organizzo e gestisco viaggi per tour operator. Vado sempre alla ricerca di qualcosa di diverso della solita spiaggia come visite in fazende coloniali, avventura e off-road, turismo sportivo con viaggi con kite surf, o in bicicletta o camminate. Anche ecologia con la possibilità di alloggiare nelle case della popolazione nativa e praticare il turismo comunitario e sostenibile».
Nonostante la sua vita sia ormai dall'altra parte del mondo, Carlotta ritorna almeno una volta all'anno a Montecchio. E alla domanda se oggi si sente più italiana o più brasiliana risponde: «L'Italia è la mia "madre naturale" e il Brasile quella "adottiva". Quando sono in Brasile mi manca l'Italia e quando sono in Italia mi manca il Brasile. Il giusto compromesso? Fare a metà per non sentire la nostalgia, delle due madri».