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Casello A4 bloccato, l’affondo delle imprese

Casello bloccato dalla Tav: le associazioni di categoria serrano i ranghi e si posizionano accanto ai sindaci, alzando la voce. I rappresentanti del mondo produttivo sono pronti a fare squadra con gli enti locali per superare lo stallo che impedisce la costruzione del casello fra Montecchio e Montebello in contemporanea con Superstrada Pedemontana Veneta. Una impasse provocata da una prescrizione del Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, che impone di stipulare, prima dell’avvio dei lavori sia della Tav sia del nuovo svincolo di Montecchio, una convenzione tra Rfi, Ministero dei trasporti, Autostrada e il Consorzio Iricav Due. Il punto è che, essendo la Tav in stand by per ragioni politiche nazionali, le Ferrovie non procedono con il progetto visti i dubbi sulla concretizzazione dell’infrastruttura. Il sindaco Gianfranco Trapula ha lanciato ieri l’allarme esternando rabbia per la mancata informazione degli organi competenti e preoccupazione. «Convocheremo le categorie, la Regione, la Provincia e tutti i Comuni del territorio per studiare assieme azioni forti, anche a livello politico - ha detto - finalizzate allo sblocco di questa vicenda, che rischia di cadere come un macigno sulla viabilità di tutto l’Ovest». I sindaci dei paesi vicini, Dino Magnabosco di Montebello e Bruno Beltrame per Brendola, si dicono pronti a fare squadra. «Sono estremamente preoccupato - dice Magnabosco -. La Regionale 11 sarebbe perennemente intasata. Siamo pronti a collaborare per fare pressioni sul Governo, affinché sblocchi il nodo Tav. Che si faccia o no, quest'opera non può fermare le altre opere». Dello stesso parere anche Beltrame: «Il governo deve darsi una mossa per sbloccare il tutto. Lo Stato deve mettersi una mano sulla coscienza ma anche l’Autostrada, e porre rimedio a questa situazione». Preoccupate, e un po’ infastidite, anche le categorie: «Attendiamo con urgenza la convocazione del tavolo del sindaco Trapula - fanno sapere da Confindustria Vicenza -, abbiamo bisogno di capire da un punto di vista tecnico le novità emerse per concertare con tutti gli attori di questa vicenda i prossimi passi e procedere verso una risoluzione concreta. Non passa giorno in cui non sollecitiamo il governo a sbloccare le grandi opere, in primis la Tav Brescia-Padova, altrimenti si blocca il Nord Est. E se si blocca il Nord Est si blocca il Paese». In prima linea anche Confartigianato, Confcommercio e Apindustria: «Qui c’è da trovare una soluzione rapida - affermano i rispettivi presidenti Ruggero Camerra, Luigi Grandi e Roberto Callegari - sennò davvero si ferma economia, viabilità e vivibilità. Siamo favorevoli al dialogo. Faremo pressione perché almeno una parte dei lavori partano in tempi brevi e chi di dovere deve assumersi le proprie responsabilità dal momento che ci hanno nascosto la verità. Ed ora devono rispondere e spiegarci anche cosa faranno, quale sarà la soluzione. Ci chiediamo se hanno idea di come risolvere la questione traffico dato che, a quanto pare, verrà aperta la Spv e non il casello». «Lo sconforto dell’amministrazione montecchiana - aggiunge Veronica Cecconato, presidente ovest di Cna - è lo stesso dei cittadini e delle imprese, su cui ricadranno i disagi di una viabilità ordinaria già oggi al collasso. Il rischio è che la Spv appaia come un’opera inutilizzabile almeno nel tratto iniziale. Se è vero che l’impasse è dovuta alle incertezze sulla Tav è paradossale che non sia bastata la presenza di un partito forte a livello nazionale e in Regione». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonella Fadda

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