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Il teatro terapeutico aiuta i meno fortunati

La presentazione dell’iniziativa che si è svolta ieri a Monticello. A.FR.
La presentazione dell’iniziativa che si è svolta ieri a Monticello. A.FR.
La presentazione dell’iniziativa che si è svolta ieri a Monticello. A.FR.
La presentazione dell’iniziativa che si è svolta ieri a Monticello. A.FR.

Offrire agli operatori sociali gli strumenti del teatro per utilizzarli nei loro ambito di intervento come strumento terapeutico o per alleviare il disagio sociale. È questo l’obiettivo del progetto “Fondamenta – Una rete di giovani per il sociale”, finanziato con un bando del Ministero del lavoro, che a ottobre metterà piede anche a Monticello Conte Otto, dopo aver toccato molte altre Regioni italiane sotto la regia della Federazione italiana teatro amatori. Il progetto prevede tre giorni di workshop dal 3 al 5 ottobre per un totale di 18 ore di formazione gratuita sul teatro di figura, cioè quello dei burattini, oltre a una giornata di “restituzione” aperta al pubblico, il 6 ottobre. A momenti di lezione “frontale” si alterneranno laboratori e sperimentazione che coinvolgeranno i bambini seguiti nel presidio riabilitativo “Villa Maria”, a Vigardolo. «Abbiamo aderito con entusiasmo alla proposta, importante sia sul piano sociale che del coinvolgimento dei giovani», hanno sottolineato il sindaco Damiano Ceron e l’assessore al sociale Maria Luigia Michelazzo, presentando l’iniziativa ieri mattina. Quella di Monticello Conte Otto è la seconda amministrazione veneta ad aderire al progetto, dopo quella di Adria, forte anche di un consolidato legame con la Fita. Il vicepresidente nazionale Aldo Zordan è, infatti, residente in Comune: «con questo progetto, giunto alla 17a edizione - ha sottolineato -, abbiamo raggiunto luoghi di grande sofferenza e disagio sociale, dal mondo delle tossicodipendenze a quello del carcere». Alla presentazione del progetto erano presenti anche il presidente di Fita veneto Mauro Dalla Villa e suor Renata Giandesin, coordinatrice di Villa Maria, convinta della bontà della proposta in quanto «permetterà ai bambini di sperimentare nuove abilità e di raccontarci qualcosa di loro attraverso un linguaggio diverso». Per partecipare c’è ancora qualche posto. Possono iscriversi entro il 18 settembre i giovani tra i 18 e i 30 anni, ai quali sarà offerto vitto e alloggio, nel caso provengano da una distanza oltre i trenta chilometri. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Andrea Frison

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