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Fusione, tutti d’accordo: «Si può fare»

La fusione dei tre Comuni di Sovizzo, Creazzo e Altavilla può diventare realtà, ma non a breve
La fusione dei tre Comuni di Sovizzo, Creazzo e Altavilla può diventare realtà, ma non a breve
La fusione dei tre Comuni di Sovizzo, Creazzo e Altavilla può diventare realtà, ma non a breve
La fusione dei tre Comuni di Sovizzo, Creazzo e Altavilla può diventare realtà, ma non a breve

Sì alla fusione a tre fra Altavilla, Creazzo e Sovizzo ma condivisa con i cittadini. Nessun dubbio per i candidati sindaco altavillesi Carlo Dalla Pozza ed Elio Rigotto, i creatini Carmela Maresca e Elisabetta De Alessandris, e i sovizzesi Paolo Garbin e Erika Maran, riguardo l’idea lanciata l’altra sera dai primi cittadini durante un incontro dedicato all’”Unione Terre del Retrone”. Un’aggregazione, però, che potrebbe avvenire a lungo termine, condividendo prima i servizi, e coinvolgendo i residenti ad ogni passo. Niente sarà imposto o calato dall’alto, affermano dall’una e dall’altra parte i candidati alla poltrona di primo cittadino dei tre Comuni, e ogni passaggio dovrà essere effettuato in maniera progressiva. Se, in futuro, il progetto divenisse realtà la provincia vicentina conterebbe su un nuovo Comune con 30 mila abitanti, alle porte del capoluogo berico, e sarebbe il quarto per numero di abitanti dopo Vicenza, Bassano e Schio. «Sono d’accordo nel creare le condizioni di una fusione ma dovrà essere molto graduale – spiega l’altavillese Dalla Pozza – perché se si accende il fuoco troppo alto si rischia di bruciare tutto. Sarà nostro compito appunto creare i presupposti e non far perdere nulla ai territori in termini di servizi e qualità, anzi potenziarli». Il suo avversario alle amministrative, Rigotto, pone l’accento sulla condivisione: «Ovviamente un sindaco non può decidere se procedere, o meno, sulla fusione. Deve essere un processo supportato dalla stragrande maggioranza della cittadinanza che dovrà essere informata su ogni aspetto. In contemporanea mi affascina l’idea di un Comune più grande con più servizi garantiti per i residenti». Dall’altro versante della Sr 11, a Creazzo, Carmela Maresca e Elisabetta De Alessandris si dicono entrambe favorevoli: «Credo fermamente nella fusione e nella collaborazione e condivisione fra Comuni vicini – dice Maresca –, conosciamo le diverse problematiche e fra assessori ci siamo sempre tenuti in contatto. Più risorse economiche abbiamo e più possiamo dare alla nostra comunità in termini di servizi. Tutto parte dal presupposto, però, che occorre ascoltare il popolo, che è sovrano». «Penso che l’unione faccia la forza con l’obiettivo di minimizzare i costi e nel contempo di massimizzare i servizi – dichiara De Alessandris -. Non vedo svantaggi ma solo vantaggi in una probabile fusione e sono favorevole a portare avanti il progetto». Se un’aggregazione a tre sicuramente non avverrà prima di due o più lustri, più vicino per Sovizzo potrebbe essere il matrimonio con Gambugliano, saltato all’altare più di un anno fa. «Prima di pensare ad arrivare ad un Comune di 30 mila abitanti - osserva Garbin - per Sovizzo è prioritario capire se la prossima Amministrazione di Gambugliano è favorevole alla fusione fra i 2 paesi. Una volta che questo snodo sarà risolto potremmo pensare al resto. Intanto è necessario portare avanti l’Unione con nuovi servizi e, quando verranno raggiunti questi obiettivi, si potrà pensare all’altra fusione». Maran, a sua volta, si esprime positivamente per entrambe le ipotesi e chiarisce: «È una questione che ritengo sia da approfondire. Ovviamente è fondamentale che i cittadini si esprimano in merito e rispettare la loro decisione. Proprio nel rispetto della scelta dei residenti nel caso di Gambugliano sarà necessario andare avanti anche per poter usufruire, entro il 31 dicembre, dei finanziamenti regionali». Intanto però il prossimo obiettivo riguarderà i servizi da inserire nell’Unione. Per Maran la priorità sarà la questione sociale e creare una rete per il coinvolgimento dei giovani, per Garbin un unico ufficio anagrafe e i servizi socio-sanitari; secondo De Alessandris una cooperativa di servizi per gli appalti che i municipi devono affidare a ditte esterne mentre per Maresca la priorità rimane l’ambito del sociale. Dalla Pozza, infine, propone un unico ufficio dei lavori pubblici e Rigotto la videosorveglianza e la tutela del territorio. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonella Fadda

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