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Accusati di bracconaggio aggrediscono le guardie

La reazione nei confronti delle guardie è costata cara a due cacciatoriAgente della polizia provinciale
La reazione nei confronti delle guardie è costata cara a due cacciatoriAgente della polizia provinciale
La reazione nei confronti delle guardie è costata cara a due cacciatoriAgente della polizia provinciale
La reazione nei confronti delle guardie è costata cara a due cacciatoriAgente della polizia provinciale

Due uomini, padre e figlio, colti in flagrante da una pattuglia della polizia provinciale, mentre, all’interno della loro abitazione, sono pronti a sparare sugli uccelli con mezzi illeciti, un richiamo elettroacustico e un fucile munito di silenziatore. I due non obbediscono alle intimazioni, reagiscono e i tre agenti vengono aggrediti selvaggiamente. Scene di violenza. Lunghi minuti di paura. Le manette al figlio, del tutto fuori controllo. Poi l’intervento del Suem del San Bortolo e dei carabinieri della stazione di Sandrigo. E la conclusione di una mattinata pericolosa al pronto soccorso, dove uno dei due cacciatori è trattenuto in osservazione per una ferita alla testa, e i tre agenti, uno dei quali con prognosi di 3 giorni, vengono medicati per le ferite subite durante la colluttazione. È accaduto di tutto qualche giorno fa a Quinto Vicentino. Erano le 7.15 del mattino quando i 3 poliziotti - gli istruttori capo Roberto Cristofari, Simone Zanella e Vittorio Cappozzo -, durante un servizio di vigilanza nei dintorni di Quinto, odono il canto del prispolone riprodotto da un richiamo acustico vietato, provenire dal retro dell'abitazione di Rotilio e Valentino Campesan, rispettivamente padre e figlio. Gli agenti notano anche un posatoio d’invito per gli uccelli, e allora piombano nell’abitazione. Alla loro vista Valentino cerca di nascondere il richiamo in tasca senza però avere il tempo di spegnerlo. Nello stesso tempo uno degli agenti scopre il più anziano dei Campesan appostato nella barchessa con un fucile munito di silenziatore. L’uomo, a questo punto, cerca di scappare, ma Cristofari lo raggiunge, gli ordina di consegnare l’arma, e dinanzi alla reticenza di Campesan padre, gliela toglie di mano. È la scintilla che fa scatenare il putiferio. Campesan figlio, vedendo il poliziotto con l'arma del padre nelle mani, lo aggredisce, lo scaraventa a terra, e cerca di infierire su di lui. In difesa intervengono i colleghi che riescono ad ammanettare l’uomo, ormai imbestialito e fuori di sé. Ma non è finita. Alle spalle ecco spuntare Campesan padre brandendo un grosso palo di legno. Temendo per la propria incolumità Cristofari esplode un colpo in aria con la pistola d’ordinanza. Ma non è ancora finita. Valentino grida di stare male. Gli agenti allentano le manette. Ma Campesan figlio libera una mano e si getta ancora contro i poliziotti. Irrompe, intanto, la madre di Valentino, che cerca di giustificare l’alterazione del figlio. Gli agenti chiamano carabinieri, 118 e comando provinciale. Al pronto soccorso a Campesan figlio, visitato da uno psichiatra, viene riscontrato un trauma cranico, ma la tac, ripetuta 24 ore dopo, esclude qualsiasi problema. Nell’abitazione dei Campesan vengono, poi, trovati 5 fucili, peraltro regolarmente denunciati, nel garage oltre mille cartucce di vario calibro custodite alla rinfusa, e nel frigorigero 3 uccelli - 1 codirosso e 2 prispoloni - particolarmente protetti, e una cinquantina di uccelli di piccola taglia presumibilmente di specie non cacciabili. Sequestrati fucili, bossoli di cartucce, richiamo acustico, oltre alla fauna morta. E scattate le denunce alla magistratura. A carico di Rotilio una sfilza di naccuse. Per Valentino ipotizzati i reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Franco Pepe

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