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Vodka e whisky di contrabbando Un arresto in città

L’indagine ha scoperto un ingente contrabbando di liquori
L’indagine ha scoperto un ingente contrabbando di liquori
L’indagine ha scoperto un ingente contrabbando di liquori
L’indagine ha scoperto un ingente contrabbando di liquori

C’è anche un bassanese all’interno dell’organizzazione criminale internazionale sgominata ieri dalla guardia di finanza di Caserta, ritenuta responsabile di un imponente contrabbando di alcolici tra l’Italia e il Nord Europa. Un traffico in “nero” da far girare letteralmente la testa, che in poco più di un anno avrebbe inondato i mercati con oltre quattro milioni di litri di bevande alcoliche vendute in maniera irregolare, evadendo accise per oltre 20 milioni di euro. Ieri i militari del fiamme gialle bassanesi, guidati dal capitano Michele Piazzolla, hanno arrestato Pietro Morello, 47 anni, residente in via Rivarotta 162, finito in manette all’interno dell’operazione, coordinata dalla procura di Napoli Nord, che ha dato esecuzione a 25 misure cautelari, con 13 arresti in carcere, 10 arresti ai domiciliari, e due obblighi di presentazione, su ordine del giudice, nei confronti di altrettanti indagati in tutta Italia. L’ex commerciante bassanese nelle prime ore di ieri mattina è stato prelevato dalla sua abitazione, arrestato e condotto al San Pio X di Vicenza. Tra le accuse a suo carico ci sono l’associazione per delinquere, la sottrazione del pagamento delle accise per alcol e bevande, la sottrazione fraudolenta dei tributi, l’autoriciclaggio, il trasferimento fraudolento di valori e l’abuso d’ufficio, in concorso. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’organizzazione criminale oltre che a Bassano aveva “tentacoli” anche nel Padovano, a Piazzola sul Brenta, dove è stato arrestato Emanuele Morbiato, 41 anni, e a Cittadella, con denunce scattate a carico della ditta Berga Trans, di Alessandra Salvi. L’organizzazione avrebbe importato in maniera illecita ingenti volumi di vodka, rum e whisky. La base dell’associazione a delinquere era collocata a Napoli e Caserta, ma le sue ramificazioni sono state individuate, oltre che a Bassano, anche a Bra, Bologna, Brescia, Castelfranco, Grosseto, Lanciano, Lecce, Monza, Palermo, Roma e Trieste. Stando alle indagini, tra i principali ruoli del bassanese ci sarebbe stato proprio quello di individuare funzionari della dogana di Trieste che potessero essere disposti a falsificare atti di esportazione all’estero fittizi per alcolici che in realtà non sarebbero mai passati per i varchi doganali. In questa maniera i carichi “svanivano” nel nulla, e invece venivano commercializzati in evasione di imposta anche in Italia. Nell’operazione denominata “Black spirit” sono state eseguite anche 40 perquisizioni in abitazioni, inclusa quella di Pietro Morello, e imprese e uffici nella disponibilità degli indagati. Sono stati sequestrati beni per un valore complessivo di 80 milioni di euro. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesca Cavedagna

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