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Trevisan all’attacco «Salvini e la Lega pensino alla sanità»

Bruno Trevisan, candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle
Bruno Trevisan, candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle
Bruno Trevisan, candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle
Bruno Trevisan, candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle

Il candidato Cinque Stelle parte all’attacco del ministro dell’Interno e di tutta la Lega. E lo fa proprio nel “territorio” del Carroccio, l’autonomia. Il comizio di Matteo Salvini l’altra sera in piazza Libertà ha mandato su tutte le furie Bruno Trevisan, il colonnello dell’Aviazione in pensione che si appresta a sfidare Elena Pavan e Angelo Vernillo. Innanzitutto, Trevisan sceglie da che parte stare: tra la piazza osannante per la presenza del Capitano e il presidio antifascista in viale Dei Martiri, preferisce quest’ultimo, nel quale, comunica, c’erano «studenti e insegnanti che rimproveravano a Salvini di essersi dimenticato che Bassano è città “medaglia d’oro al valor militare” nel ricordo di un 25 Aprile fondamentale per la fondazione della nostra Repubblica Democratica». In particolare, però, a non essere andate giù al candidato pentastellato sono state le accuse lanciate da Salvini, e dagli altri vertici leghisti, al Movimento Cinque Stelle per i ritardi sull’autonomia. «Salvini e Zaia sono venuti a Bassano per rimproverare ai 5 Stelle la mancanza di procedimenti di legge ai fini di una Regione autonoma - afferma Trevisan -. Pensino piuttosto alla nostra sanità, che sta andando a rotoli». Quello della sanità è un cavallo di battaglia che Trevisan ha fatto proprio sin dalla presentazione della sua candidatura, avvenuta proprio all’esterno dell’ospedale San Bassiano. «I medici protestano per gli orari impossibili e per la carenza negli organici - riferisce -. Non fanno ferie, che sono a perdere, e per di più non vengono pagate. Di conseguenza, chi può se ne va». Non va meglio sul fronte dell’utenza. «Le prescrizioni mediche non ricevono risposta dagli sportelli ospedalieri - prosegue il candidato sindaco - e così i pazienti si rivolgono ai poliambulatori privati per le prestazioni ambulatoriali». Ecco quindi che Trevisan rispedisce le accuse al mittente. «Quale fiducia si può avere in questa Lega, che chiede autonomia ma non sa gestire ciò che di autonomo ha già?», si chiede, riferendosi ovviamente alla sanità, su cui le Regioni possono legiferare. Dalla sanità, lo sguardo di Trevisan si sposta alla grande opera pubblica destinata a mutare le sorti della viabilità bassanese nei prossimi anni, e cioè la superstrada pedemontana veneta. «La Pedemontana era a carico dei privati ma ora la sta pagando per intero la Regione con il diritto della ditta costruttrice a poter incassare i tickets del pedaggio - accusa - mentre i Comuni si dovranno pagare le opere accessorie». Trevisan tira fuori quindi tutta l’anima grillina e sentenzia senza mezzi termini. «Si tratta soltanto di un altro tentativo della Regione per avere più soldi con l’invenzione del “residuo fiscale”, dividendo cioè spese ed entrate fra territori dello Stato - afferma -. Così però non funziona: il federalismo e l’autonomia sono un’altra cosa. L’autonomia che vuole la Lega è contraria a una Repubblica Federale Unita. Vogliono solo le imposte dello Stato, senza permettere allo Stato di gestirle con cura e misura». •

Enrico Saretta

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