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Torneranno i ponti Dal San Bassiano l’invito al dialogo

Il pubblico che ha gremito la sala Da PonteFoto di gruppo sul palcoscenico per tutti i premiati e i benemeriti in compagnia delle autorità cittadine FOTOSERVIZIO GIANCARLO CECCON
Il pubblico che ha gremito la sala Da PonteFoto di gruppo sul palcoscenico per tutti i premiati e i benemeriti in compagnia delle autorità cittadine FOTOSERVIZIO GIANCARLO CECCON
Il pubblico che ha gremito la sala Da PonteFoto di gruppo sul palcoscenico per tutti i premiati e i benemeriti in compagnia delle autorità cittadine FOTOSERVIZIO GIANCARLO CECCON
Il pubblico che ha gremito la sala Da PonteFoto di gruppo sul palcoscenico per tutti i premiati e i benemeriti in compagnia delle autorità cittadine FOTOSERVIZIO GIANCARLO CECCON

In un San Bassiano in stile “notte degli Oscar” (anche nel senso della lunghezza), tra video girati con i droni, commozione e applausi, sono protagonisti i ponti. In senso reale, con il restauro del Ponte degli Alpini ad aprire le danze, tra stoccate a Vardanega e dita incrociate perché, finalmente si proceda, e ponti metaforici come quelli il sindaco Poletto, chiudendo il suo discorso, ha invitato a lanciare e a tenere aperti nella comunità per «uscire dalla giungla» e alimentare il dialogo. E non a caso tra tanti ponti, nell’edizione numero 40, la cerimonia in Sala Da Ponte ha assunto tratti fluviali, superando le tre ore. «Ci eravamo salutati lo scorso anno – ha detto il primo cittadino – augurandoci che la ditta incaricata dei lavori sfruttasse tutto il tempo a disposizione per rimettersi in pari sui ritardi. Così non è stato e dall’estate abbiamo messo la parola “fine” sul contratto con la Vardanega. Un rischio, ma i tribunali ci hanno dato ragione. Ora i lavori procedono, con regolarità da alcune settimane, ed è uno scenario che ci rasserena». E al sindaco che verràPoletto passa anche un testimone fatto di valori e auspici. «La speranza – ha aggiunto – è che la politica torni a prendere il posto che le spetta. Una politica che combatta le disuguaglianze, che sia inclusiva e che metta al primo posto le relazioni positive, sconfiggendo paura e forza bruta». Poletto e l’assessore alla cultura, Giovanni Cunico, hanno anche rivendicato successi dell’amministrazione sotto le insegne della cultura e del sociale, con l’apice dei riconoscimenti internazionali per Operaestate festival e la promozione di Bassano a “Città europea dello Sport” nell’anno che si è appena chiuso, evidenziando che Bassano ha fatto scuola tra le città di medie dimensioni sul fronte della sicurezza partecipata («modello ora condiviso da altre realtà»), o nella raccolta differenziata le cui percentuali sfiorano l’80 per cento dei rifiuti. E, poi, il fiore all’occhiello della programmazione culturale perché «se a Bassano non c’è un teatro comunale - ha detto l’assessore alla cultura, Cunico -, siamo riusciti a trasformare in teatro la città». “Ponti” anche dalle sorelle Lavinia, Lorenza e Veronica Manfrotto, fresche premio “Città di Bassano” per le quali «nulla come la cultura sgretola muri, unisce e, nel nostro caso, ci lega alla città». Per cui, «amici bassanesi, se voi ci sarete ci saremo sempre anche noi». E apertura mentale dal Premio Cultura Luigi Bonotto, la cui azienda, sulle colline di Molvena, è allo stesso tempo industria tessile e museo d’arte contemporanea. «Creatività e innovazione, fare impresa e fare arte – ha detto -. Questi siamo noi, e l’abbiamo imparato dagli amici del movimento “Fluxus” e dagli autori della Poesia Sperimentale». L’appuntamento che Bonotto ha lanciato ai saluti non poteva che essere vicino al Ponte. «Aspetto tutti all’ex macello in riva al Brenta – ha chiuso – per inaugurare tra breve il nostro nuovo centro culturale. Nostro, della città». •

Lorenzo Parolin

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