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Ponte, il brindisi di metà restauro «Piene, che paura»

Il brindisi delle maestranze impegnate nei lavori di restauro. CECCON
Il brindisi delle maestranze impegnate nei lavori di restauro. CECCON
Il brindisi delle maestranze impegnate nei lavori di restauro. CECCON
Il brindisi delle maestranze impegnate nei lavori di restauro. CECCON

Un brindisi alle prime due stilate restaurate. In alto i calici per chiudere ufficialmente la prima fase dei lavori del Ponte degli Alpini, quella che ha visto il sollevamento del monumento, il suo riallineamento e la ricostruzione della stilata 1 e stilata 2. Ieri pomeriggio, alla fine del turno, gli operai della Inco si hanno festeggiato il lavoro non facile, considerato che lavorare a tu per tu con il Brenta è stato rischioso, soprattutto nell’ultimo periodo, quando le precipitazioni non accennavano a smettere. Ora, però, le prime due stilate sono state completate. Manca giusto una mano di vernice agli ultimi pezzi di legno. In questi giorni non sono mancate le visite illustri. Ieri mattina ha raggiunto il cantiere l’ing. Mauro Roncada del Genio Civile. Il prof. Giovanni Carbonara, consulente per le parti storiche del monumento, ha telefonato in Comune per un resoconto sui lavori. A breve è prevista anche una visita del Soprintendente Fabrizio Magani e dell’ing. Claudio Modena. I PROSSIMI LAVORI. In queste ore gli operai della Inco hanno iniziato a sgomberare l’area di cantiere. La finestra invernale, infatti, è scaduta da diverse settimane per cui è tassativo uscire dal Brenta. Prioritario rimuovere la tura: sarà la ditta Brenta Lavori ad occuparsene. «Se non ci saranno intoppi - riferisce Floriano Perini, direttore tecnico del cantiere - sarà rimossa nel giro di un mese». Ciò non significa che in questo periodo la Inco resterà con le mani in mano. C’è la parte superiore da sistemare. «Inizieremo a smontare le balaustre per sistemarle e a lavorare sul tetto - prosegue Perini -. Salvo imprevisti, non sarà necessario chiudere il ponte. Posizioneremo i ponteggi ai lati e lasceremo un passaggio al centro». L’estate e l’autunno se ne andranno così, in attesa della finestra invernale, a fine anno, che consentirà di scendere ancora in alveo. Si sta valutando l’ipotesi di costruire la nuova tura da via Volpato, e non da via Macello, in modo da garantire più spazio e strada ai mezzi e un miglior deflusso del fiume. I PROTAGONISTI. il lavoro non è ancora finito e gli imprevisti sono dietro l’angolo. Si legge nei loro occhi però l’orgoglio per quanto fatto sinora, per quelle due stilate rimesse a nuovo che sorreggono il ponte finalmente dritto. Hanno lavorato in undici, nei giorni più complicati. Oltre agli operai della Inco, anche i boscaioli della Valle dei Mocheni, che hanno sagomato i legni con le motoseghe. Col fiume che nelle ultime settimane faceva paura. «Temevamo per le piene - racconta Stefano Prighel - che ci hanno costretto più volte a svuotare il cantiere. Per noi è comunque una bella soddisfazione veder conclusa la prima parte del lavoro. Ora il ponte è sicuramente in condizioni migliori». Tra gli operai della Inco, ce ne sono alcuni che hanno un legame particolare con il monumento. Come Dario Moltrer, alpino della sezione di Trento. «Ero stato a Bassano per l’Adunata del 2008 - riferisce - ma non mi ero accorto che fosse in simili condizioni. Lavorandoci ogni giorno ho capito che la situazione era davvero compromessa e che bisognava fare in fretta». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Saretta

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