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Ponte degli Alpini a fuoco per un mozzicone

Le fiamme sulle “saette” del Ponte in una foto scattata da Laura Chiminello dell’Osteria Ca’ BrandoCome appariva ieri la trave bruciata  FOTO CECCON
Le fiamme sulle “saette” del Ponte in una foto scattata da Laura Chiminello dell’Osteria Ca’ BrandoCome appariva ieri la trave bruciata FOTO CECCON
Le fiamme sulle “saette” del Ponte in una foto scattata da Laura Chiminello dell’Osteria Ca’ BrandoCome appariva ieri la trave bruciata  FOTO CECCON
Le fiamme sulle “saette” del Ponte in una foto scattata da Laura Chiminello dell’Osteria Ca’ BrandoCome appariva ieri la trave bruciata FOTO CECCON

«Guarda il pezzo di Ponte bruciato, fagli una foto: quando ci ricapita?!». La risposta, spontanea, è «Speriamo mai più». Il fatto però è che purtroppo è successo. Ieri mattina c’erano anche dei turisti stranieri a seguire i rilievi dei tecnici dei vigili del fuoco: se ne stavano sulla balaustra della locanda con lo smartphone in mano e l’incredulità stampata in faccia per un’immagine che non si trova sulle cartoline. Saranno proprio i pompieri e le forze di polizia a ricostruire ciò che è successo poco dopo la mezzanotte di ieri, quando le fiamme sono divampate sulle saette del Ponte verso Angarano. E naturalmente a trovare i responsabili. Le bruciature riguardano vecchie parti lignee, ancora non interessate dalle opere di restauro, che sorreggono il monumento ancorandolo al palazzo dove ha sede la locanda degli alpini, il museo dell’Ana e pure la sede delle penne nere. I primi rilievi parlano di «dolo come ipotesi remota, più probabile la causa accidentale, forse un mozzicone». Ma come un mozzicone? «Un mozzicone, forse di un sigaro», ipotizzano di sfuggita e a denti stretti i vigili del fuoco. Agenti innescanti non ne sarebbero stati trovati, «ma bisognerà aspettare gli esiti delle analisi». Allora forse è plausibile pensare che il mozzicone abbia preso forza dalla paglia di un nido o dal «deterioramento della trave, probabilmente composta in parte da segatura». Si indaga quindi per appurare chi ci fosse a quell’ora sul monumento. Non ci sono però telecamere che riprendono gli accessi, bensì una webcam che riprende il camminamento centrale, che però è “in manutenzione”. E nei cantieri? «Niente», spiegano gli agenti della polizia locale, tra i primi ad essere intervenuti poco dopo l’allarme, ora titolari delle indagini, che visti gli elementi a disposizione sembrano finite ancora prima di cominciare. I turisti, intenti a scattare foto, ieri erano gli unici emozionati per un fatto di cronaca tanto eclatante. Tra i bassanesi invece serpeggiava la rabbia per quanto successo al “loro” amato e tormentato Ponte vecchio e anche per il fatto che il monumento è chiuso, ergo: «Ci tocca fare il giro lungo, ancora!». La faticaccia è durata solo fino alle 17 di ieri, quando il camminamento accanto ai cantieri è stato riaperto. Tutti i rilievi dei vigili del fuoco sono stati seguiti passo passo anche dai tecnici del Comune. La relazione sui danni è ancora in fase di stesura, ma pare che: «La parte andata bruciata abbia bisogno di supporti per sgravare il peso dal lato del monumento che dà su Angarano. Il legno colpito ha decine di anni, non c’è il pericolo di cedimenti, ma ogni precauzione è dovuta». E comunque: «Era una zona che sarebbe in ogni caso stata interessata a breve dal restauro, quindi non ci saranno costi aggiuntivi». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesca Cavedagna

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