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Polo museale S. Chiara «È un grande obiettivo Serve il cambio di passo»

Una veduta del cantiere del polo museale S. Chiara. CECCONIl cantiere del Santa Chiara, in centro storico, fermo ormai da tempo
Una veduta del cantiere del polo museale S. Chiara. CECCONIl cantiere del Santa Chiara, in centro storico, fermo ormai da tempo
Una veduta del cantiere del polo museale S. Chiara. CECCONIl cantiere del Santa Chiara, in centro storico, fermo ormai da tempo
Una veduta del cantiere del polo museale S. Chiara. CECCONIl cantiere del Santa Chiara, in centro storico, fermo ormai da tempo

«Cambiare passo sul polo S. Chiara»: lo chiede il capolista di “Impegno per Bassano”, Roberto Marin, nei giorni decisivi della campagna elettorale. Per Marin, sul progettato complesso museale, in agenda da un quindicennio e ora al centro dell’ennesima battaglia legale, si giocano capitoli decisivi del futuro della città. Da qui, la richiesta di attenzione da parte di chi si è candidato a governare Bassano. «Sul Polo museale S. Chiara potremmo davvero dire molto – evidenzia -: sottolineare le responsabilità di questa Amministrazione e le evidenti esitazioni rispetto al progetto che hanno influito sul ritardo, ora divenuto cronico. Potremmo esprimere forti preoccupazioni per l’iter giuridico e potremmo aprire un grande dibattito sulle risorse necessarie per il completamento della struttura e sulla necessità di salvaguardare il contributo milionario assegnato a suo tempo dalla fondazione Cariverona». In questo momento, però, più che al passato Marin invita a fissare degli obiettivi certi per il futuro della città. «La crescita culturale è senz'altro un pilastro fondamentale in questo senso – evidenzia – e il progetto del S. Chiara si inserisce in un’offerta davvero “integrale”, anche se ancora poco noto se non agli addetti ai lavori e quasi esclusivamente per le traversie politiche e amministrative che ha attraversato». Da qui, l’invito a coinvolgere nel confronto, anche in queste settimane l’intera città «arrivando alla fine a predisporre un piano multidisciplinare e un progetto di sviluppo scientifico e culturale della futura istituzione aggiornata al presente». «Purtroppo finora ho sentito solo petizioni di principio - sottolinea Marin -, mentre bisognerebbe studiare la pianificazione economico-finanziaria di realizzazione e gestione, inserendole nella complessiva revisione dei costi di gestione e di investimento culturale di tutti i musei cittadini». Per fare questo, secondo Marin, serve predisporre quanto prima lo studio e la pianificazione diretta e indiretta delle ricadute positive in termini turistici e degli accordi con gli altri poli museali, nazionali e internazionali. «Bisogna avviare da subito – riprende-, come si era fatto nelle fasi iniziali del progetto, una nuova e attività di studio per il reperimento di risorse e contributi, vagliando ipotesi di accesso a fondi nazionali, europei e a finanziamenti privati». Questo perché, per Marin, in un’ ottica di lungimiranza amministrativa deve essere preso in considerazione da subito il progetto del secondo stralcio che porterebbe alla completa realizzazione del polo museale. «Non servono pseudo-dichiarazioni d’intenti e selfie – chiude - ma un preciso accordo di programma con il Muse di Trento, nostro vicino e tra le realtà più importanti d’Italia nel settore e con le altre realtà regionali, nazionali e internazionali che il progetto del polo richiede. Non si tratta di fare promesse, ma di accogliere una grande sfida. Non si tratta solo di costruire un’opera pubblica ma di realizzare un grande obiettivo per la crescita della proposta culturale della città». •

Lorenzo Parolin

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