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Negozi chiusi e case sfitte Campo Marzio, il deserto a pochi passi dal centro

Saradevi Dal MolinFabiola ScreminUna veduta di via Campo Marzio: la strada più larga del centro soffre di scarso appeal FOTOSERVIZIO CECCON
Saradevi Dal MolinFabiola ScreminUna veduta di via Campo Marzio: la strada più larga del centro soffre di scarso appeal FOTOSERVIZIO CECCON
Saradevi Dal MolinFabiola ScreminUna veduta di via Campo Marzio: la strada più larga del centro soffre di scarso appeal FOTOSERVIZIO CECCON
Saradevi Dal MolinFabiola ScreminUna veduta di via Campo Marzio: la strada più larga del centro soffre di scarso appeal FOTOSERVIZIO CECCON

Le scritte con lo spray sono più numerose dei negozi aperti: una ventina contro cinque. Poi tanti portoni chiusi con il cartello “vendesi” e, sul lato a est, sotto le serrande abbassate da anni spuntano le erbacce. A non mancare sono le auto, che passano senza soluzione di continuità, qualcuna anche “dimenticando” di essere in una zona con il limite di 30 chilometri all’ora. È via Campo Marzio, in pieno centro storico a poca distanza, ma da anni in evidente abbandono. Per una serie di concause, come spiegano i commercianti della zona: l’assenza di un marciapiede di collegamento con via Verci, la mancanza di indicazioni turistiche, il fatto di essere diventata un’arteria di sfogo per i mezzi a motore in arrivo da via Gamba o prato Santa Caterina. Non si vedono ciclisti né pedoni, l’area in certe ore sembra abbandonata. Le soluzioni per rilanciare la via ci sarebbero, e sono contenute in un piano sviluppato dallo Iuav di Venezia e nelle idee che un gruppo di negozianti lancia attraverso il Giornale di Vicenza. «Si potrebbe cominciare dalla pavimentazione della strada – suggerisce Fabiola Scremin, titolare di un laboratorio artistico all’incrocio con via Bellavitis -, perché l’asfalto malandato non invita i turisti. I quali, specie la domenica, scendono a centinaia dalle piazze, salvo poi, quando arrivano qui, imboccare il percorso che porta verso il Ponte. Poi, molti stabili, qui e nella vicina via Porto di Brenta sono di proprietà del Comune: perché non affittarli a botteghe artigiane, creando un quartiere dedicato alle arti applicate?». Le vie Campo Marzio e Porto di Brenta come piccole Montmartre in chiave bassanese, con l’aggiunta di sgravi per chi avvii nuove attività, come propone Alessandro Tretti, contitolare di uno storico negozio di fotografia. «Resistiamo da anni anche per tenere viva la zona – afferma -, ma un aiuto a chi crea lavoro non sarebbe male. Penso a sconto sulla tassazione o a incentivi sui plateatici. E sul fronte dei parcheggi, qualche piazzola per la sosta veloce aiuterebbe». La ricetta non è lontana da quella proposta dai commercianti nella parallela via Verci, anche se in via Campo Marzio c’è chi da poco ha aperto un’attività. È il caso di Nicola Scaramuzzi e Saradevi Dal Molin, titolari di un ristorante d’asporto specializzato in prodotti bio. «Le erbacce non sono un bel vedere – precisano i due esercenti – e neppure la sfilata di negozi chiusi o di case sfitte, però l’affitto è meno caro che in via Verci e c’è spazio per parcheggiare. Così siamo andati in controtendenza avviando proprio qui la nostra attività e rendendo il locale il più accogliente possibile. Siamo ancora convinti che la via abbia grandi potenzialità. Certo, se a Natale potessimo addobbare la via e d’estate partecipare alle notti bianche, le cose andrebbero meglio». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lorenzo Parolin

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