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Maxi-condominio San Vito insorge

Il condominio in costruzione oggetto delle proteste FOTO  CECCON
Il condominio in costruzione oggetto delle proteste FOTO CECCON
Il condominio in costruzione oggetto delle proteste FOTO  CECCON
Il condominio in costruzione oggetto delle proteste FOTO CECCON

Spunta un grande condominio a San Vito e il comitato di quartiere insorge gridando alla devastazione edilizia. Nel mirino finisce un edificio di cinque piani, in via San Matteo, in corso di costruzione in una zona residenziale dopo l’abbattimento di una villetta. Il presidente del comitato, Ezio Calmonte, ha chiesto all’Amministrazione di interessarsi al caso e ieri mattina è uscito in sopralluogo con il vicesindaco Roberto Campagnolo, per rendersi conto da vicino della situazione. A preoccupare i cittadini di San Vito, soprattutto quelli che abitano nei pressi dell’intervento, non è però soltanto la costruzione del nuovo palazzone, ma il fatto che nel quartiere ci siano ancora numerose villette disabitate. Il timore è che possano finire nelle mani del miglior offerente e fare quindi la stessa fine, trasformando radicalmente il volto del più popoloso quartiere della città. «Vogliono fare di San Vito una nuova Scampia - attacca senza mezzi termini il presidente Calmonte -. Il problema grave, infatti, è che c’è un’altra ventina di villette sparse nella parte storica” del quartiere, tutte abitazioni che potrebbero avere lo stesso destino ed essere trasformate in palazzoni. Sono state ereditate da persone che abitano in altre parti e che quindi probabilmente non hanno alcuna remora a rovinare questi luoghi, visto che non vi risiedono. Inoltre, in questi anni di deprezzamento immobiliare queste villette possono valere molto meno di una decina di anni fa, sempre che non si utilizzi il loro terreno per costruire cinque piani, come sta succedendo in via San Matteo». La trasformazione di San Vito in “città giardino”, com’era nelle intenzioni del presidente Calmonte, pare perciò a rischio. «Si pensava che i condomini di via Passalacqua fossero gli ultimi - prosegue Calmonte - e che avrebbero poi lasciato lo spazio a giardini, villette, bifamiliari e piccoli condomini. Invece arrivò un altro condominio di case popolari e altre soluzioni urbanistiche poco appropriate colpirono via Cogo. È innegabile che nel nostro quartiere sia stata messa in atto una devastante politica edilizia». Ecco quindi che il presidente ha chiesto l’intervento dell’Amministrazione. «Spero che il Comune non permetta quest’ennesimo scempio - afferma - o che quantomeno provveda a ridimensionarlo sensibilmente. Lo scandalo, infatti, sarebbe troppo grande. Oltre all’estetica del quartiere, bisogna anche valutare gli effetti della nuova costruzione sul valore degli immobili vicini». La questione è stata portata all’attenzione dell’ultimo consiglio comunale dal consigliere di opposizione Stefano Monegato, di Impegno per Bassano. «Qui non si vuole contestare la qualità della costruzione, che sicuramente sarà ottimale - afferma l’esponente delle minoranze - ma il fatto che simili opere possano prendere piede sempre di più nel nostro quartiere. Il territorio va tutelato, perché una volta che si costruisce non si torna più indietro. Mi risulta che l’Amministrazione abbia dei margini di intervento per porre delle limitazioni». •

Enrico Saretta

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