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La città medievale A caccia di reperti nel sottosuolo

Il colle di Bassano con S. Maria e il Castello ezzeliniano. CECCON Via Pusterla ai piedi del Castello
Il colle di Bassano con S. Maria e il Castello ezzeliniano. CECCON Via Pusterla ai piedi del Castello
Il colle di Bassano con S. Maria e il Castello ezzeliniano. CECCON Via Pusterla ai piedi del Castello
Il colle di Bassano con S. Maria e il Castello ezzeliniano. CECCON Via Pusterla ai piedi del Castello

Memorie dal sottosuolo bassanese. È allo studio da parte dell’Amministrazione una nuova campagna di scavi alla ricerca di tracce, segni e reperti della Bassano Medievale e, perché no, anche di quella più antica. Ieri mattina, infatti, l’assessore ai lavori pubblici Andrea Zonta ha incontrato una docente dell’università di Padova, Rita Deiana, del Dipartimento dei beni culturali patavino. I due hanno discusso della possibilità di avviare una collaborazione per passare ai “raggi x” il sottosuolo di Bassano, in particolare quelle zone dov’è più probabile, se non praticamente certo, trovare i resti della città antica. L’idea è venuta all’assessore dopo essersi confrontato con degli storici locali. «La volontà è di fare una mappatura del sottosuolo in prossimità dei siti storici della città - riferisce Zonta - in modo da recuperare le situazioni di interesse storico- culturale». In sostanza, si tratta di scoprire se in alcuni punti, come ad esempio viale dei Martiri, piazza Terraglio e piazza Castello, siamo presenti nel sottosuolo reperti, come le fondamenta delle mura. D’interesse anche la zona di via Pusterla, un tempo luogo occupato dalle lavandare, attività di cui potrebbero essere ancora presenti dei resti. Resti che poi si potrebbe riportare alla luce e valorizzare in un’ottica di richiamo turistico, regalando quindi una nuova immagine di Bassano. Il procedimento di lavoro si basa sull’utilizzo di macchinari che permettono di analizzare la conformazione del sottosuolo. Si tratta di postazioni fisse, complete di antenne in grado di sondare il terreno. Nello specifico, i sensori riescono a scoprire eventuali intervalli nella linearità e nella compattezza del terreno. «Cosa che quindi può essere segno della presenza di reperti», afferma Zonta. Una volta individuate queste zone, la palla passerebbe quindi al Comune, che dovrebbe stanziare dei fondi per procedere con una campagna di scavi. Ovviamente con il via libera della Soprintendenza. Questo, infatti, è un progetto che coinvolgerebbe Comune, Università e ministero dei Beni culturali, con quest’ultimo che dovrebbe vigilare sulla correttezza degli scavi. «Esperimenti simili sono stati già svolti in altre città italiane, come Ferrara - riferisce l’assessore -. Questo primo incontro è servito proprio per capire quali risultati questo gruppo di ricerca ha già ottenuto in altri luoghi del nostro Paese. Noi puntiamo a scoprire resti di mura, basi di torri o addirittura dei portali, in modo da scoprire com’era fatta anticamente la nostra città. Potremmo così definire esattamente il circuito delle mura di Bassano». •

Enrico Saretta

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