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L'ex base Nato sul Grappa

La cattedrale
nel deserto sta
per essere abbattuta

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L'ex base Nato a Cima Grappa
L'ex base Nato a Cima Grappa
L'ex base Nato a Cima Grappa
L'ex base Nato a Cima Grappa

CIMA GRAPPA. Spettrale, inquietante, abbandonata. Un “non luogo” isolato dalla sacralità di Cima Grappa ma ancora ben visibile quando la nebbia si dirada e lascia scoperti i costoni a nord del sacrario. È l’ex base Nato, quella cattedrale nel deserto di cui il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti ha annunciato poche settimane fa l’avvio dell’abbattimento a settembre. Se ne andrà così, sempre se la promessa sarà mantenuta, un pezzo di storia della Guerra Fredda, un capitolo a parte dell’immensa storia del Grappa. Quassù l’Aeronautica Militare Italiana aveva installato nel 1968 una base missilistica, armata con una batteria di missili Nike-Hercules (il sistema missilistico per eccellenza della Nato), appartenente al 64° Gruppo Intercettori Teleguidati. Il compito principale era, ovviamente, proteggere lo spazio aereo nazionale e la base sul Grappa era l’area di controllo. L’area di lancio era sul versante nord, al Forcelletto, mentre quella a nord del Sacrario c’era l’area controllo. In pianura, alla caserma Fincato di bassano, c’era invece l’area logistica. La base Nato venne poi smantellata alla fine degli anni Settanta e passò in gestione all’Enav negli anni Ottanta. Iniziò così un lento decadimento, che la vide preda dell’incuria e teatro anche di rave party. Oggi la vecchia base Nato è un rudere, letteralmente.

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