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«Frode da 700mila euro a tre clienti della banca» Savona è sotto processo

Alessio Savona, 42 anni,  è stato citato a giudizio in tribunaleI banchi della maggioranza durante il  consiglio comunale dell’altra sera FOTO  CECCON
Alessio Savona, 42 anni, è stato citato a giudizio in tribunaleI banchi della maggioranza durante il consiglio comunale dell’altra sera FOTO CECCON
Alessio Savona, 42 anni,  è stato citato a giudizio in tribunaleI banchi della maggioranza durante il  consiglio comunale dell’altra sera FOTO  CECCON
Alessio Savona, 42 anni, è stato citato a giudizio in tribunaleI banchi della maggioranza durante il consiglio comunale dell’altra sera FOTO CECCON

Diego Neri Francesca Cavedagna Il consigliere comunale della lista “Pavan sindaco” Alessio Savona, fino all’altra sera indicato come possibile presidente del Consiglio, andrà a processo. Il 18 luglio prossimo dovrà presentarsi in tribunale a Vicenza davanti al giudice Matteo Mantovani per rispondere di reati pesanti: frode informatica, accesso abusivo ad un sistema telematico, truffa e indebito utilizzo di bancomat. Savona, 42 anni, residente a Bassano in via Veneto, era stato rinviato a giudizio dal giudice veneziano Massimo Vicinanza, competente per reato. Deve difendersi dall’ipotesi di aver portato via, a tre clienti dell’Unicredit per la quale lavorava qualcosa come 700 mila euro. Assistito dall’avv. Paolo Fabris, ha scelto di dimostrare la sua innocenza direttamente in aula, mentre due delle presunte vittime, i coniugi Giovanni G., 73 anni, e Rosa R., 66, di Rosà, si sono costituite parte civile con l’avv. Mariuccia Biondo per chiedere un risarcimento dei danni. La terza, Enzo D., 75, di Bassano, potrà farlo con l’avv. Andrea Sambugaro. LE ACCUSE. I fatti contestati dalla procura interessano un lungo arco temporale, che va dal 2012 al 2015. All’epoca, Savona lavorava per la filiale bassanese di Unicredit e gestiva i conti dei tre pensionati, per i quali - annota la procura - era l’unico riferimento in banca. In base a quanto ricostruito, Savona - che godeva della fiducia dei clienti - avrebbe gestito i loro conti in maniera disinvolta, utilizzandoli sia per compiere prelievi al bancomat sia per operazioni, tramite l’home banking, di bonifico a terze persone. Quando i tre clienti e la banca se n’erano accorti, avevano fatto scattare denunce e accertamenti, che avevano portato le forze dell’ordine a ricostruire il presunto comportamento illegale dell’imputato. BONIFICI E SPESE. La procura contesta a Savona di avere utilizzato, all’insaputa del pensionato bassanese, la sua password per effettuare 17 bonifici, per un totale di 107 mila euro. Otto di questi li avrebbe destinati a Cristina Bertazzo, moglie in seconde nozze di suo padre Riccardo; uno al cugino Giampaolo De Angelis; tre a Marco Alban, e poi altri a Eugenio Iacono, Domenico La Marca, la società Akala Ms spa. Tutti costoro sono estranei alle accuse, ma con loro Enzo D. non aveva rapporti. Poi avrebbe bonificato 100 mila euro dal conto del cliente, dopo avergli fatto firmare un’autorizzazione per finalità diverse, alla Tecno impianti srl di Geppino Ascione; ancora, avrebbe prelevato col suo bancomat 66 mila euro. Ai danni della coppia di Rosà, invece, avrebbe bonificato con lo stesso sistema 184 mila euro a Bertazzo, Antonio Capasso, Roberto Giuffrida, associazione Visione globale, Carmine Formisano, Matteo Berton; avrebbe girato 100 mila euro a Federico Aiosa; avrebbe prelevato 151 mila euro col bancomat. Tutte accuse dalle quali ora l’imputato potrà difendersi direttamente in un’aula del tribunale. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Diego Neri Francesca Cavedagna

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