L’hospice dell'Ulss 8 per l’Ovest Vicentino doveva essere attivato all’ospedale Cazzavillan di Arzignano, dopo la sua riconversione. Ma territorio e sindaci hanno spinto per non aspettare. E così al centro residenziale anziani Scalabrin, capacità ricettiva di 130 persone tra autosufficienti e non, ieri è stato inaugurato il nuovo servizio: settte posti letto di hospice, i primi dell’Ovest Vicentino, per malati terminali oncologici, che si aggiungono agli 11 di Vicenza, per 18 totali nell’Ulss 8 Berica. Sono stati realizzati al secondo piano della palazzina ristrutturata di recente «grazie anche al contributo della Fondazione Cariverona» ha ricordato il presidente dello Scalabrin Francesco Mastrotto e dei lasciti dei fratelli Vachel, di Rosa Frigo e al contributo di 40 mila euro della Fondazione Peretti e Sicit 2000 per gli arredi. «La struttura, su 600 metri quadrati, è realizzata con accorgimenti innovativi - ha precisato il direttore dello Scalabrin Alberto Anelli - con un impianto di raffreddamento e riscaldamento che produce energia elettrica e camere dotate di ossigeno, trattamento aria e abbattimento della carica batterica. Oltre alle sette stanze e ai servizi, ci sono infermeria, ambulatorio medico e tre locali di relazione tra paziente e familiari, come una cucinetta e la sala tv». Sono un’ottantina i pazienti delle cure palliative in assistenza domiciliare nell’Ovest Vicentino, 250 nell’Ulss 8 Berica per un totale di 800 l’anno: numeri precisati dal direttore cure palliative Pietro Manno. «Lunedì prossimo entreranno i primi pazienti all’hospice, già individuati in questo territorio tra quelli con maggiore necessità. Per questo sarà potenziato anche il personale cure palliative dell’Ulss 8: gli otto medici attuali diventeranno dieci». «L’hospice è un segno di civiltà perché segue i pazienti più fragili, i malati terminali oncologici – ha detto il direttore generale dell’Ulss 8 Berica Giovanni Pavesi – questi sette posti letto, che in futuro potrebbero essere di più, sarebbero dovuti andare all’ospedale Cazzavillan dopo la sua riconversione a cittadella della salute ma il sindaco Gentilin in primis ha insistito perché i tempi sarebbero stati lunghi. È emersa la possibilità Scalabrin e abbiamo dato il via libera. Dovremo essere capaci di creare umanizzazione della cura», ha concluso. «Finalmente arriva questo servizio ad Arzignano per l’Ovest Vicentino – ha aggiunto il sindaco Giorgio Gentilin – nato da una riunione a Montecchio Maggiore, quando il territorio ha sollecitato l’Ulss e la Regione. Allora l’Ipab Scalabrin era in fase di rimodulazione ed è stata una risposta importante al territorio». «Il Veneto ha investito nelle strutture intermedie – ha spiegato l’assessore regionale alla sanità e servizi sociali Manuela Lanzarin – e quindi hospice, ospedale di comunità e Urt, unità riabilitativa territoriale: sono 1.900 i posti letto previsti nelle nuove schede. L’hospice ad Arzignano arriva grazie alla forza del sistema di integrazione tra amministrazione pubblica, Regione, Ulss 8, Comuni, strutture accreditate e volontariato». Secondo l’assessore regionale, «questi sono presidi di dignità, di umanizzazione, di accompagnamento dei malati e loro familiari. La Regione si sta impegnando a rafforzare le cure palliative». Una decina di volontari dell’associazione “Curare a casa”, presieduta da Marco Visentin, è già pronta a prestare servizio dopo un corso di formazione e il tirocinio all’hospice di Vicenza. • © RIPRODUZIONE RISERVATA