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Smaltire i fanghi, al via il bando per l’impianto

L’assemblea si è riunita nella sede della società Acque del Chiampo
L’assemblea si è riunita nella sede della società Acque del Chiampo
L’assemblea si è riunita nella sede della società Acque del Chiampo
L’assemblea si è riunita nella sede della società Acque del Chiampo

Ci vorrà ancora un anno per individuare il partner e il sito dove realizzare l’impianto trattamento fanghi destinato a smaltire le 25.300 tonnellate annue di Acque del Chiampo, società che gestisce il ciclo idrico integrato in 10 comuni della Valchiampo, e le 10.300 di Medio Chiampo, di riferimento per Montebello, Zermeghedo e Gambellara. Ad Arzignano l’incontro con i Cda delle due società e i 13 comuni soci: il bando per individuare il partner pubblico o privato con cui progettare, realizzare e gestire l’impianto trattamento fanghi, durata di sei mesi, è praticamente pronto e verrà lanciato tra fine febbraio e inizio marzo dopo alcuni ulteriori passaggi nelle società e nei consigli comunali dei soci. Poi sono previsti altri tre mesi per individuare il terreno dove sorgerà l’impianto o comunque il sito «perché potrebbe essere anche il riadattamento di qualcosa di già esistente», precisa Andrea Pellizzari, consigliere delegato di Acque del Chiampo. Quindi se ne parlerà a fine 2019. Di certo non sarà nel territorio delle due società, come già stabilito nel 2017. «Tra Acque del Chiampo e Medio Chiampo dobbiamo smaltire circa 36 mila tonnellate di fanghi - continua Pellizzari - ma le potenzialità delle proposte valutate nel 2016 e prima parlavano di impianti per smaltire tra le 100 mila e le 300 mila tonnellate. Noi però non possiamo pensare di importare fanghi qui per far andare a regime l’impianto, oltre alle questioni ambientali e considerata la presenza sul nostro territorio di nove discariche». L’input da tempo è che bisogna accelerare. A fine febbraio 2019 infatti scadrà il contratto di Acque del Chiampo per smaltire i fanghi a Sogliano, in Emilia, a circa 150 euro a tonnellata, costo annuo di oltre 3 milioni 700 mila euro. «E con il prossimo contratto le cifre saranno in aumento, tra i 180 e i 200 euro a tonnellata (in pratica oltre 4,5 milioni, ndr) e quindi i costi sono destinati a crescere. Per prudenza tra l’altro abbiamo anche previsto il riutilizzo della discarica 9, il nostro bacino di riserva». Il bando per individuare il partner, pubblico o privato, considera fondamentale la tempistica. A dare punteggio alle proposte non saranno solo gli aspetti economici, tecnologici, di sostenibilità ambientale e di esperienza nel trattamento dei rifiuti ma anche la celerità con cui si prevede di mettere a disposizione l’impianto. «Dobbiamo individuare un partner che ci garantisca per i prossimi 30 anni un prezzo calmierato per lo smaltimento fanghi», aggiunge Pellizzari. Acque del Chiampo e Medio Chiampo dovranno costituire una nuova società: «Insieme avremo tra il 30 e il 39% di quote ma statuto e patti parasociali già definiti prevedono che per qualsiasi scelta sia necessaria l’unanimità». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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