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Ospedale, scintille sindaco-Forza Italia

Uno scorcio della zona di ingresso dell’ospedale “Cazzavillan” di Arzignano.  FOTO ARCHIVIO
Uno scorcio della zona di ingresso dell’ospedale “Cazzavillan” di Arzignano. FOTO ARCHIVIO
Uno scorcio della zona di ingresso dell’ospedale “Cazzavillan” di Arzignano.  FOTO ARCHIVIO
Uno scorcio della zona di ingresso dell’ospedale “Cazzavillan” di Arzignano. FOTO ARCHIVIO

Il futuro dell’ospedale Cazzavillan di Arzignano accende il dibattito elettorale in città. Con Forza Italia che accusa il sindaco Gentilin di aver perso ogni occasione per tutelare la centralità del nosocomio locale «sempre più marginale nello scacchiere provinciale della sanità» e il primo cittadino che ribatte deciso come il percorso «con l’ospedale unico Arzignano-Montecchio e la riconversione del Cazzavillan sia avviato da anni, con scelte condivise anche da Forza Italia, e che si sta già lavorando per il futuro» della struttura sanitaria arzignanese. A riaccendere il confronto sono state le schede regionali ospedaliere 2019-2023 che non prevedono più per Arzignano-Montecchio i primariati di oncologia, pediatria e radiologia. «Arzignano ha perso a favore di Montecchio le occasioni del passato e si sta isolando tra i comuni dell’Ovest - continua Forza Italia -. Che Gentilin si metta al lavoro. Noi ci siamo attivati subito con ogni azione possibile per sollevare la problematicità del declassamento del nostro ospedale e perché si possa negoziare un ripensamento delle scelte regionali a tutela delle famiglie e del presidio sanitario locale». «Il piano di riconversione del Cazzavillan lo abbiamo richiesto da tempo all’Ulss 8 Berica - ribatte il sindaco Giorgio Gentilin -. Il percorso è avviato, come confermato dal direttore generale Pavesi, ma ad oggi il finanziamento ancora non c’è: la Regione ha assegnato finora solo le risorse per il polo Arzignano-Montecchio. E al Cazzavillan sarà prevista anche una rimodulazione della struttura muraria perché quella inaugurata nel 1962 non corrisponde ai criteri di sicurezza antisismica odierni. Gli indirizzi della riconversione però sono chiari: il Cazzavillan ospiterà i servizi territoriali dell’Ovest. L’ospedale di comunità potrebbe essere uno di questi. Così come l’hospice, che sarà inaugurato allo Scalabrin e che in prospettiva sarà al Cazzavillan. Ho già chiesto alla Regione e all’Ulss 8 Berica di portare da 7 a 10 i posti. Da subito. Sappiamo quanto incida la patologia tumorale sul territorio e come l’hospice rappresenti una risposta importante per le famiglie». Sul tavolo dell'Ulss c’è anche un’altra proposta. «L’ospedale Cazzavillan potrebbe diventare un polo di formazione in accordo con le università - continua Gentilin - una sorta di Cuoa della sanità. Penso in particolare agli infermieri professionali: potrebbe essere un polo attrattivo in tal senso». Sui primariati non previsti all’ospedale Arzignano-Montecchio infine il primo cittadino precisa. «Detto che la mancanza dell’apicalità non mette in discussione i servizi e nemmeno le unità operative, tanto che la Regione ha riconosciuto la Breast Unit di senologia ad Arzignano-Montecchio, la pediatria dovrà mantenere il primariato. Considerando la somma dei parti annuali dell’ospedale Cazzavillan di Arzignano e dell’ospedale San Lorenzo di Valdagno, oltre mille, e la volontà di mantenere il punto nascite a Valdagno potenziandolo, è necessaria una figura apicale. Arzignano - conclude il primo cittadino Gentilin - ha anche la neonatologia e una rianimazione pediatrica efficiente. Il nostro territorio ha inoltre bisogno di servizi, di riabilitazione ortopedica e neurologica ed è su questo che ci stiamo battendo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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