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Nuovo tubone anti-Pfas Ora scattano gli espropri

In arrivo nuovi lavori per garantire acqua sempre più sicura.  ARCHIVIONicola Dell’Acqua è il commissario per l’emergenza Pfas
In arrivo nuovi lavori per garantire acqua sempre più sicura. ARCHIVIONicola Dell’Acqua è il commissario per l’emergenza Pfas
In arrivo nuovi lavori per garantire acqua sempre più sicura.  ARCHIVIONicola Dell’Acqua è il commissario per l’emergenza Pfas
In arrivo nuovi lavori per garantire acqua sempre più sicura. ARCHIVIONicola Dell’Acqua è il commissario per l’emergenza Pfas

Sono un centinaio gli espropri previsti per la realizzazione del “tubone” anti-Pfas nell’Ovest Vicentino. Sarà indetto entro la fine di giugno il bando per i lavori da 17,9 milioni di euro per la realizzazione dei 18 chilometri di nuove condotte che serviranno a portare acqua pulita negli acquedotti delle zone contaminate dalle sostanze perfluoroalchiliche, i famigerati Pfas. Subito dopo, da parte di Veneto Acqua Spa, la società regionale individuata come soggetto attuatore dell’intervento, saranno inviate le lettere con le richieste di accordo bonario per le servitù di passaggio delle tubazioni e per l’eventuale cessione delle aree occorrenti. Sono più di cento, tra privati ed enti, le proprietà coinvolte che saranno interessate dalla posa del tubone anti-Pfas lungo la direttrice Montecchio Maggiore, Brendola, Montebello, Sarego e Lonigo, con l’obiettivo di sostituire le acque prelevate dalle falde contaminate di Almisano. Dalla centrale idrica di Natta, a Montecchio Maggiore, le nuove condotte porteranno l’acqua proveniente dalle falde di Recoaro, dove l’attingimento è stato potenziato da ulteriori pozzi di prelievo, alla centrale di Madonna di Lonigo che è stata dotata di un imponente impianto di filtraggio a carboni attivi per l’abbattimento della presenza di Pfas nelle acque potabili. Il centro leoniceno riceverà così i nuovi afflussi di Recoaro, che verranno dalla dorsale ovest, ma sarà anche destinato a ricevere le ulteriori portate che giungeranno dalla dorsale est, da Belfiore, nel Veronese, dove è partito un intervento speculare affidato ad Acque Veronesi per realizzare un’altra tratta di condotte. Il tubone vicentino avrà il diametro di un metro e sarà interrato a una profondità di circa un metro e mezzo, per consentire il mantenimento delle coltivazioni agricole, e prevede un attraversamento ferroviario e uno autostradale. Nell’individuazione del tracciato è stata posta particolare attenzione a interventi per evitare il più possibile di passare dove sono presenti colture di pregio, come i vigneti. La firma del progetto definitivo ed esecutivo da parte del commissario per l’emergenza Pfas, Nicola Dell’Acqua, nella conferenza dei servizi decisoria avvenuta nelle scorse settimane, ha comportato il riconoscimento di opera di pubblica utilità con la possibilità di esproprio nei confronti delle aree destinate a far passare le condotte, individuate negli elaborati del progetto dell’opera. Questi sono consultabili dagli interessati rivolgendosi agli Uffici tecnici comunali. Veneto Acque Spa, in qualità di soggetto attuatore, procederà a svolgere le procedure conseguenti che vanno dall'acquisizione delle aree e dei beni immobili necessari per gli interventi, all’imposizione e alla rimozione dei diritti reali, all’emanazione dei decreti di occupazione temporanea e a compiere le attività connesse e preliminari all’adozione dei provvedimenti. Di preferenza, adottando le procedure che consentiranno di arrivare al risultato nei tempi tecnici più brevi. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Guarda

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