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Niente gite, 900 studenti occupano la palestra

Uno striscione appeso dagli studenti su uno dei muri della scuola.  TROGU
Uno striscione appeso dagli studenti su uno dei muri della scuola. TROGU
Uno striscione appeso dagli studenti su uno dei muri della scuola.  TROGU
Uno striscione appeso dagli studenti su uno dei muri della scuola. TROGU

Giancarlo Brunori Luisa Nicoli La campanella suona, ma gli studenti restano fuori dalle aule. «Uno sciopero, un’assemblea autogestita ma anche un’occupazione». Ieri gli studenti del liceo Da Vinci di Arzignano alle 7.45 hanno disertato le lezioni per riunirsi in palestra, fino al tardo pomeriggio, per protestare contro le «tante problematiche» che pesano da mesi sulla vita scolastica. Tante classi vuote, solo poche contavano un paio di presenze. Alta la partecipazione, spiegano i ragazzi: «Ha aderito il 90% dei 960 iscritti». Un gruppo è rimasto in palestra fino alle 16, per stilare una lista di richieste da presentare alla dirigente scolastica. «Abbiamo anche ripulito e sistemato la palestra prima di andare via», spiegano. Il tam tam della protesta è partito martedì sera. I messaggi dei rappresentanti d’istituto annunciavano soltanto che ieri sarebbe stata una giornata particolare. Fuori dal liceo, ieri mattina, in molti erano in strada di fronte all’istituto, ma in tanti, tantissimi, erano in palestra mentre alcuni striscioni appesi - “L’unione fa la forza”, “Vendesi scuola pubblica” e “Nel bel mezzo dell’apprendimento ci è crollato sotto i piedi il pavimento” - spiegavano in parte i disagi lamentati dagli studenti. Ieri mattina con la dirigente scolastica Iole Antonella Frighetto, a scuola come tutti i docenti e il personale, sono arrivati anche i carabinieri della stazione per un controllo. Infrastruttura e burocrazia i due «capi d’accusa principali» come spiegano i rappresentanti di istituto Dario Rasia, Gabriele Tumiatti, Marco Gonzato e Tommaso Menti. E con loro Agnese Alessi, della consulta provinciale degli studenti. «È da un anno che mancano le scale antincendio e c’è un cantiere che non finisce mai - spiega Dario Rasia, 18enne, della 5D2 -. Qualche giorno fa è “scoppiato” il pavimento di una classe, durante le lezioni. Ed era già accaduto. E una quinta, dopo essere stata trasferita all’ex elementare di Costo causa cantiere, è rimasta per mesi senza aula anche quest’anno. I lavori sarebbero dovuti finire prima di settembre 2018. E invece ci sono ancora». «Non abbiamo obbligato nessuno, la protesta ha avuto un’altissima adesione spontaneamente - aggiunge Tommaso Menti della 4D1 -. Ci preoccupano gli stage di terza e quarta di scienze umane e l’alternanza scuola-lavoro: inizieranno il 28 gennaio e ancora non abbiamo ancora indicazioni precise. Le gite sono state fatte slittare o addirittura saltate. Troppa burocrazia». A parlare con i ragazzi si nota subito che le problematiche si moltiplicano. «Siamo state spostate a Costo per un anno e da settembre abbiamo fatto lezione in aula magna, in biblioteca, in uno sgabuzzino causa cantiere», aggiungono le ragazze della 5F2 economico sociale. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giancarlo Brunori Luisa Nicoli

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