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Inquinamento da Pfas «Ora serve lo screening»

Un rubinetto dell’acqua, Arzignano non è in zona rossa.  ARCHIVIOL’assessore Giovanni Fracasso
Un rubinetto dell’acqua, Arzignano non è in zona rossa. ARCHIVIOL’assessore Giovanni Fracasso
Un rubinetto dell’acqua, Arzignano non è in zona rossa.  ARCHIVIOL’assessore Giovanni Fracasso
Un rubinetto dell’acqua, Arzignano non è in zona rossa. ARCHIVIOL’assessore Giovanni Fracasso

[FIRMA]«Il maxi inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche in Veneto è noto a livello nazionale: il 64% degli abitanti, circa 54 mila, dei 32 comuni appartenenti alla zona rossa sono contaminati, come risulta dal “Decimo rapporto riguardante il piano di sorveglianza sanitaria” appena pubblicato». È per questo che l’assessore Pfas zero, Giovanni Fracasso, torna a chiedere «l’inserimento di Arzignano nelle procedure emergenziali già riservate alla zone rosse». Stando all’assessore, la situazione «è più grave rispetto a quanto previsto dalla Regione nel 2017 e pertanto non si può purtroppo escludere che la contaminazione abbia coinvolto in modo esclusivo solo gli abitanti residenti nella zona rossa». A scopo cautelativo, il Comune ha inviato, da novembre 2018 a marzo 2019, cinque richieste alla Regione: «Da un lato per far inserire, in qualche modo, anche Arzignano nella zona Pfas zero in modo da poter attivare procedure emergenziali, per prendere tutte le precauzioni per abbattere i Pfas nella rete idrica nella nostra città; dall’altro, per includere anche la popolazione di Arzignano nel piano di sorveglianza sui Pfas», conferma Fracasso. Il 3 maggio scorso la Regione ha comunicato che «il piano di sorveglianza sanitaria è rivolto alla popolazione residente nell’area cosiddetta rossa» e che «solo una piccola parte del comune di Arzignano attualmente è inclusa nell’area arancione». Dunque «non abbiamo i requisiti per poter entrare nel piano di sorveglianza (o altre richieste simili) perché non siamo, per fortuna, zona rossa», conferma l’assessore. In ogni caso il Comune ha presentato la richiesta affinché si intervenga anche per Arzignano. A fine giugno è stata quindi inviata dal Comune un'ulteriore domanda, in tal senso, a Stato, Regione, Provincia e agli enti preposti. L’altro giorno è arrivata la risposta della Regione: «Il comune di Arzignano non rientra in questa fattispecie, poiché il suo territorio, pur essendo parzialmente sovrapposto alla falda acquifera contaminata, è servito da una rete acquedottistica che attinge a fonti non interessate dalla contaminazione», ma l’ente regionale si «riserva di valutare, in base all'evolversi delle conoscenze, l'eventuale ampliamento del piano di sorveglianza sanitaria ad altri comuni posti al di fuori dell'area rossa». La questione di inserire la popolazione di Arzignano nel piano di sorveglianza della Regione sulla popolazione esposta ai perfluori, per avere acqua zero Pfas e screening della popolazione, era già arrivata in passato dal consiglio comunale compatto. Richieste erano già state presentate al commissario straordinario in tema perfluori l’ingegner Nicola Dell’Acqua, al presidente della Regione Luca Zaia e al direttore generale dell’Ulss 8 Berica Giovanni Pavesi. Ora l’assessore Fracasso, per conto dell’amministrazione comunale, torna all’attaccoe questa volta la Regione pare abbia aperto uno spiraglio considerando di valutare la proposta ampliando il piano di sorveglianza sanitaria fuori dall’area rossa». [END]© RIPRODUZIONE RISERVATA

Giorgio Zordan

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