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Addio di De Marzi Il sipario cala anche sui Crodaioli

Si chiude una storia, un’epoca. Sull’affacciarsi di settembre che matura i colori e annuncia il silenzio alle contrade. Il maestro e compositore Bepi De Marzi, come riportato ieri dal nostro Giornale, lascia i Crodaioli che «chiudono l’attività». Una notizia, quella del suo ritiro e la conseguente fine di una storia durata ventiduemila giorni, 60 anni, lascia senza parole i suoi coristi. I Crodaioli sono stati la storia, la cattedra, l’olimpo del canto di ispirazione popolare, con coristi portati alle vette del bel canto e mai ammaestrati ad inchini. Si fatica ad accettare la decisione così improvvisa quanto drastica di scrivere l’ultima pagina di un libro pieno di emozioni. De Marzi lascia i Crodaioli, con all’orizzonte la chiusura di una storia gloriosa. «Ho problemi di ricezione delle frequenze sonore, già cancellata la quindicina di concerti fino a Natale», ha confermato nell’intervista rilasciataci in esclusiva e pubblicata ieri. «Ho deciso da solo, lasciando nello sgomento i miei cantori. La mia decisione è definitiva». C’è incredulità dalla Valchiampo alle più lontane parti del mondo. Anche dal Brasile stanno giungendo messaggi per chiedere informazioni, si accavallano quelli di ringraziamento per l’immensa attività musicale, messaggi di plauso, ma anche tante domande. «Dispiace moltissimo anche se comprendo le motivazioni - dichiara il sindaco di Arzignano Alessia Bevilacqua -. Ringraziamo come città De Marzi per la grande musica e per quanto ha dato. Spero ci saranno future occasioni, lo inviteremo. Ho cantato in chiesa molti dei suoi canti per anni e sono molto legata alle sue composizioni». Pensare ad un Crodaioli bis sembra praticamente impossibile. Il coro è stato sempre un tutt’uno con il suo direttore. De Marzi ha tracciato la linea per 60 anni, componendo canti meravigliosi a raccontare la Valle con uno scialle di note e una carezza di parole. «C’è tanta tristezza per la fine di quest’avventura - commenta il presidente del coro, Giuseppe Mezzaro -. Una vita di concerti, di canti, di storie. Da parte mia i Crodaioli sono questi. Canto dal ’76 nel coro I Crodaioli “di Bepi De Marzi”. Altra cosa non vedo». Tutti si chiedono cosa faranno ora i Crodaioli, chi li dirigerà. E cosa farà De Marzi. Il maestro cita i versi del mirabile canto, “Cantare” a quattro e cinque voci, distillato della sua poesia. E con un trattenuto sorriso aggiunge: «Forse la voglia di cantare mi è passata». Mentre il mondo della coralità sta conoscendo e imparando titoli tra i più recenti, come il canto dei Bambini del mare, dedicato al dramma dei migranti del Mediterraneo. Il futuro? Martedì prossimo ci sarà un’assemblea con tutto il coro, il presidente Mezzaro, i segretari Francesco Spagnolo e Nicola Schenato. Per ora domina un senso generale di sconforto e di incredulità anche tra i coristi. Dopo l’ultima prova, nella sede di Arzignano, hanno lasciato dietro la porta ricordi, aneddoti, canti, speranze, in un assaggio amaro di settembre. Sono passati migliaia di concerti da quel “Signore delle cime” composto dall’allora 23enne De Marzi. Veniva intonato per la prima volta alla Piatta di Campodalbero nel 1958, sotto la Scagina, dove il coro è recentemente ritornato a ricordare, a salutare forse. Il resto è già nostalgia. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Pieropan

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