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Devastati ulivi e vigneti dei Colli Berici

Vigneti danneggiati dalla grandine sui Colli Berici.  GREGOLIN
Vigneti danneggiati dalla grandine sui Colli Berici. GREGOLIN
Vigneti danneggiati dalla grandine sui Colli Berici.  GREGOLIN
Vigneti danneggiati dalla grandine sui Colli Berici. GREGOLIN

Somiglia a un deserto la campagna pedecollinare tra Nanto e Castegnero, i giorni seguenti la tempestata che ha messo a soqquadro i due paesi. Danni produttivi che hanno messo in ginocchio agricoltori, allevatori, ulivicoltori e vignaioli. Nessuno escluso, con la grandine che non ha risparmiato nessuna categoria, caduta copiosa un mese fa, mentre quella di mercoledì è stata sottile ma accompagnata da un vento che l’ha resa sferzante. I danni che non ha creato la prima ondata, li ha completati l’ultima grandinata: «Abbiamo perso tutto», rispondono molti produttori, come pure i pensionati affezionati all’orto. E ora i Comuni di Castegnero e Nanto, unitamente a Noventa colpita una settimana fa, hanno chiesto alla Regione lo stato di calamità naturale. I campi tra il piano e la collina sono tutti pettinati, con il raccolto di mais ridotto all’osso. Sui pendii dei colli dove troneggiano vitigni di uva bianca e nera, c’è profumo di mosto nell’aria. Pessimo segno ci spiega un viticoltore: «Significa che gli acini sono aperti e stanno fermentando al sole». Le rinomate cantine dell’area, parlano di una perdita complessiva di prodotto dal 60 all’80%. Daniele Costalunga è lo storico proprietario dell’azienda vinicola “Costalunga” di Castegnero, ha perso gran parte dell’annata 2019: «Per noi è stato devastante e senza precedenti, con una perdita media di oltre il 50%, per l’uva in vigna, più i danni alla struttura permanente degli impianti che vedremo l’anno prossimo. La prima grandinata di un mese fa è stata grossa, quella di mercoledì piccola ma con vento forte che ha danneggiato pure la cantina. Alcuni produttori hanno perso l’intero raccolto». Non dissimile la situazione per gli storici olivicoltori dei Berici che hanno la loro “capitale produttiva” a Nanto: «Un danno al danno - spiega Sergio Carraro, del servizio fitopatologico della Provincia di Vicenza e tecnico regionale che segue gli olivicoltori Berici-, sono già due anni che i produttori sono a mani vuote per gli avvizzimenti delle olive, la mancata legatura dei fiori, le esagerate escursioni termiche, ora pure il flagello della grandine che ha compromesso quasi del tutto la produzione locale». Se la produzione di olive si salva nella parte alta dei Colli, quella oltre i 200 metri di altitudine, nelle fasce basse gli ulivi si presentano “pelati” sui versanti nord di Castegnero e Nanto. «Registriamo tre anni di anomalie fitoclimatiche - aggiunge il tecnico -, con un atteggiamento preoccupante di scoramento dei produttori che sembrano ormai rassegnarsi al tempo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonio Gregolin

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