Il provvedimento (dpcm) con le nuove misure restrittive annunciate dal premier Giuseppe Conte entrerà in vigore da domani lunedì 23 marzo e durerà almeno fino al 3 aprile.
Per conoscere l’elenco di ciò che sarà aperto e chiuso occorrerà attendere che venga messo nero su bianco il decreto.
La ratio è quella indicata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte nell'annuncio fatto ieri a tarda serata (sabato 21 marzo) sulla nuova stretta alle attività produttive ritenute non necessarie: «rallentiamo il motore dell'italia ma non lo fermiamo».
Restano aperti e continuano ad operare:
(nelle domeniche del 22 e 29 marzo la Regione Veneto ha disposto l’obbligo di abbassare le saracinesche per supermercati e le rivendite di alimentari e bevande, autorizza l'apertura solo per edicole, farmacie e parafarmacie)
- negozi di alimentari e farmacie
- giornali, servizi d'informazione, edicole e tabaccai
- esercizi legati a sanità, difesa e istruzione
- i servizi di assistenza sociale residenziale e non residenziale
- il trasporto ferroviario di passeggeri (interurbano)
- il trasporto ferroviario di merci
- il trasporto terrestre di passeggeri in aree urbane e suburbane
- i taxi e gli ncc
- gli autotrasportatori
- il trasporto marittimo e quello aereo
Restano attive anche tutte le filiere ritenute essenziali, e quindi legate:
- al settore alimentare
- farmaceutico e biomedicale
- trasporti.
- industria delle bevande
- industrie alimentari
- filiera agro-alimentare e zootecnica
- industria tessile solo legata strettamente agli indumenti di lavoro (escluso, quindi l'abbigliamento)
- produzioni gomma, materie plastiche e prodotti chimici
- fabbricazione della carta
- raffinerie petrolifere
- attività legate all'idraulica, all'installazione di impianti elettrici, di riscaldamento o di condizionatori
- fabbricazione di forniture mediche e dentistiche.
E, come attività legate ai servizi essenziali, restano attive anche:
- riparazioni della strumentistica utilizzata nella filiera alimentare, farmaceutica o dei trasporti.
- gestione fognaria e quella della raccolta dei rifiuti, oltre alle attività bancarie, postali, assicurative e finanziarie.
- servizi veterinari
- call center
- servizi di vigilanza privata
- attività di pulizia e lavaggio delle aree pubbliche.
Il premier è consapevole che «l'emergenza sanitaria si sta tramutando in emergenza economica», ma - assicura - «lo Stato c'è e interverrà con misure straordinarie per ripartire quanto prima».
L'attesa è quindi per un decreto, previsto per inizio aprile, che dovrebbe stanziare almeno parte di quelle risorse, vitali per sostenere lavoratori e imprese, e non previste nel decreto del 17 marzo scorso, il "Cura Italia".