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La prevenzione rosa che salva

Lega italiana per la lotta contro i tumori

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Una delle iniziative realizzate dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori
Una delle iniziative realizzate dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori
Insieme per la vita, Lilt

Un sorriso, una parola di conforto e un esame di accertamento per arrivare prima del male. Da 20 anni la prevenzione oncologica a Vicenza ha un nome e un indirizzo: quelli della sezione provinciale della Lega italiana per la lotta contro i tumori che, nella decina di ambulatori e ambienti tecnici della palazzina di borgo Casale e in quelli itineranti che fanno tappa periodica nelle piazze vicentine, finora ha incontrato circa 200 mila pazienti e salvato la vita a molti di loro. Sì, perché non sono poche le donne che grazie a una mammografia, a un pap-test, a una visita dermatologica o a un'ecografia addominale hanno scoperto di essere state aggredite dal cancro, in seguito sconfitto anche per merito di una diagnosi precoce. Così per quegli uomini che dopo una visita urologica con i medici volontari della Lilt hanno iniziato un percorso di cure. Spirito di servizio. È questo il valore che ispira ogni giorno i professionisti, tra medici e tecnici, 50 volontari e il consiglio direttivo dell'associazione presieduta dall'imprenditore Cesare Benedetti che a fine ottobre ha raccolto l'eredità del generale Domenico Innecco, congedatosi dopo aver guidato l'associazione per quattro lustri. «Lo slogan "Prevenire è vivere" sintetizza il senso del nostro operato - considera il neo-presidente -. Non vogliamo sostituirci a nessuno ma far comprendere il messaggio che prendersi cura di sé è un atto d'amore verso se stessi. Lo scopo è poi quello di rendere la prevenzione accessibile anche alle persone meno abbienti». Perché il punto cruciale è sempre lo stesso: intercettare la malattia al suo stadio iniziale, prima dell'insorgere dei sintomi, può essere decisivo per la guarigione. Il primo nucleo della Lilt vicentina nacque grazie alla generosità di un gruppo di benefattori: alcuni, dopo un primo passaggio in un edificio preso in affitto in corso San Felice, misero a disposizione la palazzina diventata poi il quartier generale dell'associazione in città; altri contribuirono alla sua completa ristrutturazione. «Tra questi anche l'ingegnere Nicola Amenduni che contribuì a sostenere le spese per l'ampliamento della sede», prosegue Benedetti che dà la misura dello sviluppo capillare dell'associazione: «Circa 400 soci iscritti e ambulatori anche a Thiene, Asiago, Bassano del Grappa, Camisano e Sossano». Presidi aperti grazie alla disponibilità di ginecologi, dermatologi, oncologi, senologi, ostetriche che donano parte del loro tempo ai servizi di accertamento diagnostico. La Lilt si identifica anche con le Campagne nastro rosa promosse per sensibilizzare le donne sull'importanza della diagnosi precoce, sulle strategie preventive e sui fattori di rischio.

Laura Pilastro